SETO GENERATION

Mostra fotografica di Daniela Silvestri a cura di WSP photography.

Seto Generation - Daniela Silvestri

Seto Generation - Daniela Silvestri


Nel lontano sud-est dell’Estonia, guardando l’anima russa dal di qua del lago Peipsi, si incontra la regione politicamente non riconosciuta di Setomaa abitata dai Seto (detti anche Setoq o Setu), il suo popolo nativo di origine ungro-finnica e considerato oggi una minoranza etnica e culturale.
Oggi più che mai i Seto rivendicano un’identità che ha bisogno di essere preservata e che, nel corso dei secoli, ha visto cambiare bandiere e spostare confini come tessere di un puzzle, ancora senza soluzione.

Inizialmente sotto l’influenza politica e culturale russa, soprattutto nella diffusione del cristianesimo ortodosso, in seguito all’indipendenza del 1918 le terre dei Seto furono assegnate all’Estonia, per poi subire una successiva occupazione sovietica. Dopo il ripristino dell’indipendenza estone, diverse istituzioni furono create per salvaguardare l’identità culturale Seto, come la reintroduzione della lingua Seto nelle scuole locali o la tutela UNESCO dei loro canti popolari (i leelo).

L’elemento che più di tutto tiene uniti i Seto infatti è proprio una cultura fortemente identitaria e legata ad usanze autoctone. Se il folklore, la lingua e la religione sono elementi che fungono da collante in molte comunità, tutto ciò nel regno dei Seto assume la forza di una missione: un tesoro inestimabile da salvaguardare per le generazioni future.

Oggi, infatti, i Seto sono circa 13.000, quasi la metà della popolazione stimata nel XX secolo. Dal 1993 il confine russo non può più essere attraversato senza visto il che rende molto difficili rapporti e ricongiungimenti. Il futuro della popolazione dipenderà molto dagli sforzi delle istituzioni locali e culturali e dai giovani, molti dei quali emigrati e dalla loro volontà di rientrare e portare avanti la loro cultura.

Questo lavoro, realizzato tra il 2015 e il 2019, vuole cercare di raccontare i Seto e il regno di Setomaa proprio attraverso alcuni dei più importanti eventi di aggregazione, concentrandosi sui momenti, le ritualità e i costumi che caratterizzano questa meravigliosa cultura, e pone al centro il ruolo che hanno i più giovani nel cogliere la sfida di portare avanti una storia che merita ancora di essere raccontata.

 

Daniela Silvestri è tra i fondatori dell’associazione WSP Photography dove si occupa della comunicazione e dell’organizzazione degli eventi e insegna nei corsi di fotografia. Insieme a Massimiliano Tempesta ha ideato e coordina “Itinerari metropolitani”, un’iniziativa che prevede l’organizzazione di laboratori di fotografia urbana, con particolare attenzione alle nuove periferie romane. Fotografa di reportage, i suoi lavori si concentrano principalmente su tematiche legate a piccole comunità e al modo di rapportarsi con religione e antiche tradizioni e ad esplorare il rapporto tra l’uomo, la città e il paesaggio circostante.