LA STANZA FIORITA

Fotografie, smalti su plexiglas, installazione floreale, opera site specific

"Oltre... le apparenze" (Michela Tomiselli)


"Come potrei portarmi in alto se non muovendo dal basso, da ciò che dentro di me è Terra? Non posso parlare della natura senza parlare, al contempo, di me stessa. L’incontro con la natura mi riconduce sempre a me, a ciò che ancora non so e a ciò che, sapendo, non vivo fino in fondo. Le piante hanno un modo tutto loro di farsi presenti al nostro spirito. Il loro tocco a volte è appena percettibile, a volte deciso, a volte struggente. Lieve come un cenno o forte come un grido, non sempre subito percepito, il più delle volte inascoltato o trascurato, rimane in noi. Può restarvi sopito per anni, finché, se si danno condizioni proprie riaffiora".

(A. Bonavia Giorgetti, Aperture contemplative sui bambù).

Ed è questa voce, elevatasi forte in un’epoca rara, che si accoglie attraverso le finestre della propria casa, nella stanza intima della creazione, dove i processi creativi fioriscono e tramutano in arte. “Organicano”, intrecciando le vie come radici di un grande albero. 

“La stanza fiorita” non è luogo chiuso al mondo esterno, né decorato né abbellito; è uno spazio di connessione, di dialogo, di incontro, in cui si celebra l’arte contemporanea quale modalità privilegiata di sentire e di percepire l’invisibile. Questa ricerca ci accomuna ad ogni luogo e ad ogni tempo, ci fa tornare alle radici, ci fa sentire tutti con tutto una sola cosa.

“Il cielo, la terra ed io siamo nati nello stesso tempo; tutti gli esseri ed io siamo la stessa cosa” (Cioanze - 300 a.C.)

Pensiamo alla fotosintesi clorofilliana. Quale può essere sul piano umano l’analoga facoltà di raccogliere la Luce per far vivere la Vita? Le foglie ruotano verso la luce, perfino i loro cloroplasti si spostano all’interno della cellula. I nostri organi sono rigidi o in grado di variare la posizione? Gli elementi che la foglia trasforma con l’energia che riceve dal sole sono acqua e anidride carbonica. Cosa abbiamo noi da tramutare? Che facciamo di ciò che acquisiamo? Lo nascondiamo, lo accumuliamo o lo mettiamo a disposizione?

“La stanza fiorita” nasce così, da un incontro, da una intuizione, su invito di dap - Luigia d’Alfonso e Ada Perla. Un'esperienza immersiva all’interno del Giardino d’Inverno dell’Istituto Volpicelli, dove la storia del luogo e la sua vocazione spirituale e didattica si incontrano con la visione contemporanea di cinque artiste.

Emerge la profonda relazione tra esterno e interno, la passione per la natura: forza e leggerezza, bellezza ed effimero che i fiori simbolicamente rappresentano.

Il fiore è materia prima nell’installazione “Tangle of Flowers” delle floral designer Manuela Lopez e Maria Magdalena Wosik; diventa luce e movimento in “Oltre… le apparenze”, scatti della fotografa Michela Tomiselli, simbiosi scolpita e dipinta attraverso la sua caratteristica "fotografia gestuale"; si fa esplosione di colori, linfa vitale nelle opere in plexiglas di Luigia d’Alfonso, "Nonostante il lockdown", steli e petali come boschi intricati dove affondare per generare luce. L’opera “site specific” di Ada Perla, "Io abito la Possibilità" è un omaggio a Emily Dickinson, al rapporto con l’universo dall’intimità dello spazio che abitiamo: abitare la propria arte. Ed è essenziale il rapporto intimo empatico che l'artista vive con il giardino. L’opera è concepita proprio per essere installata al centro della vetrata che si affaccia sulla mostra.

 

 

 

Artisti

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