Il Concetto del’Opera,
La Materia della Luce, trova ora in questo incontro con una rappresentazione dell'Arte conviviale in collaborazione con FluxLab, si genera questa nuova tappa che riunisce e fa spazio ad un discernimento più attuale e maturo che definiremmo, consapevole del vero Artista. L'incontro tra la valenza estetica da sempre esistita nella sua opera e la sua Opera immersa nel’ estetica assume rilevanza in tutte le sue esperienze riferibili ad una famiglia di teorie tutte accomunati dal fatto che in essi gioca un ruolo centrale il nobile piacere estetico dell'Arte di relazionarsi umanamente e spiritualmente.
La Bellezza costruisce materiale psicologico, e motivazionale che afferma questo bisogno intrinseco di principi e valori della materia prima come elementi di spazio, pittura, parole, silenzi, vuoti e pieni. Dalla composizione al comportamento e all'esperienza è determinato dal desiderio di vedere tutto con piacere, trasformare, osservare e vivere la materia, la materia nella sua natura essenziale e allo stesso tempo nella dimensione esperimentale domestica e sociale, in simbiosi e comunione.
In questi tempi contemporanei che abbiamo vissuto con resilienza e crisi continue, dove la vita analogica si è trasformata in digitale, dove ogni certezza e sicurezza è diventata incerta e vulnerabile, è il tempo dell’incertezza che definisce questa società liquida.
Ciò che esprime attraverso il suo recente lavoro nell'Opera,
"La materia della luce",
che vuole far trasparire in una forma plastica estetica attraverso i suoi lavori OMAGGI ALLA LUCE una lettura dei nostri tempi.
Dell'uomo che vive qui e ora, quell'uomo contemporaneo che si aggrappa alla sua psicosi di consapevolezza che è vivo e che non tutto scomparirà come i dati che governano la nostra esistenza, questo bisogno di sovracomunicare e possedere informazioni come se questo ci desse valore, credibilità, e che ci mantiene in una rete esistenziale di futile potere. Dove tutto è affermazione e contraddizione di tutto allo stesso tempo, “nel tempo reale io sono e non sono”, scompaio e posso smettere di esistere, riconoscendomi, scomparendo in un mondo virtuale, privo di contenuto narrativo. L'immediatezza che scompare crea il vuoto e si svuota come una sostanza liquida che non conosce confini e i limiti sono miopi, impoveriti dall'aver ucciso l'immaginazione dei sogni, la riflessione del oblio,l'ozio della noia e l'attesa poetica della gioia di non consumare l'atto, il momento dell'attesa dell'improvvisazione, dell'insolito e del fortuito, della capacità di sorprendersi e di commuoversi dove esisteva l'estasi e un inizio e una fine dove tutto era definito certo nella memoria e nel ricordo.
Lontano dalla nostalgia, l'Arte di Rafael Monjaraz vuole trasformare la vita, la relazione fluida e l'incontro in una motivazione emotiva che ci rimanda alla poetica che è in noi, nell'uomo, in questa dimensione di tempo e spazio in cui
l‘istinto e intelligenza si fondano e muovano senza preamboli né spiegazioni, senza tecnologia e sottomessi ad un'intelligenza artificiale ridotta al risultato, all'efficienza, alla spiegazione della scienza e della tecnologia, alla produttività, ad un lessico della proprietà neoliberale.
La dimensione poetica di Rafael Monjaraz è quella di rendere questo liquido che scorre in un atto di contemplazione e introspezione, nella poetica della "La Materia della Luce", la materia è nello stato, che non è solido, liquido o gassoso, é che per lui é invisibile, trasparente, infinita come la Luce e il bianco, che non è un colore ma tutti i colori infiniti come i numeri, le uniche idee che possono indicarci l'Eterno, la nostra essenza eterea e che non solo apparteniamo a una vita fisico-materiale in cui il tempo e lo spazio ci invecchiano, e scadonno e alla fine sono altrettanto fugaci come i dati e la tecnologia che scartiamo e diventa obsoleta, banale, assurda.
Molto più profonda è l'immersione in una dimensione definita dalla Luce inesauribile, in espansione, del nostro essere intimo ed eterno che non appartiene a nessuno stato della materia,e pur materiale o immateriale.
Ma uno stato di contemplazione, di comunione con il Creato, con la Luce che è dentro ognuno di noi e per definirlo gli diamo un nome e quando lo vediamo non solo é in un'unica dimensione ci appare affascinante, inesauribile esistere per sempre nella Luce perpetua che tutto É prima di volerlo, è sempre stato ed É' Luce un omaggio a me e a te alla Creazione.