I colori maturano la notte
Valentina De Martini Studio 110
(Alda Merini)
Valentina De Martini
Wilson Malakkaran
Pax Paloscia
In occasione della RAW 2023, Valentina De Martini apre la sua casa atelier di Via dei Volsci 110, per ospitare Pax Paloscia e Wilson Malakkaran, due artisti che, come lei, utilizzano il colore come strumento centrale di espressione e chiave di lettura del mondo. Un filtro potente, capace di sollevare il velo di Maya e gettare una luce nuova sulle cose, dentro e fuori di noi.
I colori maturano la notte è il tiolo della mostra - da una citazione di Alda Merini - che fa riferimento proprio alle qualità rivelatrici del colore, così forti che sono “percepibili” anche quando non sono apparentemente visibili.
Tanto fisici quanto spirituali, sono l’elemento principale di unione tra l’interiorità e l’esteriorità, lo strumento che ci permette di risuonare in armonia con il mondo.
I colori maturano la notte perché ne sono il complemento, perché ne rivelano la complessità: ci sono ma non si vedono, sono “l’altra notte”, invisibile, piena, ricca di promesse.
Sono la notte che immaginiamo e che ci emoziona.
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Valentina De Martini si serve dell’’intero cerchio cromatico, delle sue tonalità più pure e luminose, per fissare sula tela ed amplificare le forme dei suoi animali “quasi fantastici”. Animali che sono ritratti con una cura ed un amore certosini, vivi e presenti eppure lontani, separati dal nostro mondo da quelle tonalità forti, acide, dagli sfondi piatti senza aria. L’elefante rosa, la tigre azzurra, il cervo viola, diventano idoli di un tempio immaginario in uno spazio altro, senza tempo. Animali senza mondo, bloccati in rettangoli di colore assoluto, che potenziano così la loro essenza spirituale rispetto a quella istintuale, spiazzandoci e lanciandoci interrogativi.
Il colore, i suoi pigmenti naturali, tornano ad essere materia, con le velature stratificate di Wilson Malakkaran sulla carta paglia che si stropiccia, si piega, si contorce sotto le sue pennellate, alludendo fisicamente ad una vibrazione quasi spirituale. I suoi fogli trasmutano in materia viva, tattile, sono terra, sono acqua, sono fuoco nei gesti che li stendono ed aria nelle contrazioni della carta, quasi a rappresentarne la stessa genesi, a fissarne il processo di formazione.
Ed è ancora attraverso il colore, utilizzato in senso simbolico ed evocativo, che si dipana la poetica di Pax Paloscia, seguendo un sottile processo di introspezione. Il colore lisergico dei “negativi”, che congela le fotografie in atmosfere marziane, insinuandosi nelle ombre e nei chiaroscuri come corrente acida che stravolge la scena. Innocenti giochi di bambini, momenti di vita quotidiana, sono così trasfigurati, rivelando una vibrazione profonda, sotterranea, che affiora mettendo a nudo tutta la fragilità e complessità dell’esistente. Allo stesso modo delle pennellate azzurre o rosa, i dripping, le taches che “ridisegnano” il mondo punk-rock delle sue pitture, sospendendolo in atmosfere sognanti e rivelatrici, capaci di cogliere quella profonda risonanza che lega tutte le cose con l’occhio di chi le guarda creativamente.
Laura Lombardi