A distanza di sei anni dall’inizio della collaborazione con Claudio Verna (Guardiagrele, 1937), Monitor è ora felice di annunciare per il suo spazio romano l’apertura di una seconda personale dell’artista dal titolo Discorso sul segno in cui verrà dato ampio spazio alla recente produzione su carta dell’artista ad integrazione della riflessione e del processo sviluppato da Verna sul segno nel corso della sua lunga e generosa ricerca.
Sebbene la carta sia stata fin dagli anni ‘70 un supporto sul quale l’artista ha lavorato producendo un sostanzioso corpus di opere - negli anni '70 quando mi trovai impegnato nella cosiddetta pittura analitica, con il pastello riuscivo a rompere la rigidità del progetto, a immettere nel lavoro la freschezza del gesto spontaneo - la mostra presenterà un focus su una selezione di pastelli su carta dell’ultimo periodo.
E’ proprio a partire dai primi anni del 2000, in concomitanza con un periodo di grande energia e ispirazione anche nell’approccio pittorico (incentrato principalmente sull’utilizzo dell’acrilico), che la produzione di lavori a pastello e cera ad olio su carta dell’artista si intensifica e assume caratteristiche sempre più definite, diventando una pratica ricorrente specialmente nella stagione estiva quando, nella sua splendida dimora a Rapicciano (Umbria) crocevia di incontri, scambi, discussioni, Verna dà vita a 'un corpo parallelo e complementare alla pittura, in cui mi riconosco appieno'.
Considerato uno tra gli esponenti di rilievo della pittura analitica, Claudio Verna ha segnato nel corso della sua carriera un percorso molto personale, che mantenendo saldi i principi di una pratica pittorica sottesa da un ‘fare’ e da una progettualità mentale di grande intensità, ha saputo anche emanciparsi da categorie e periodi storici definiti, esprimendosi su altri piani, sperimentando tecniche di esecuzione approcci creativi e teorici multiformi e conquistando nuove forme e linguaggi. La rigorosità geometrica degli anni ‘70 e la dinamicità del colore sperimentata dalla fine degli anni’80 in poi, nelle opere su carta si fa ricerca sul segno e sulle sue possibilità.
I recenti pastelli su carta raccolgono tutte le istanze della ricerca pittorica dell’artista, dall’astrazione, allo studio sul colore e sulla luce e si appropriano di un nuovo spazio di pratica e ricerca, come anche lo stesso artista dichiara: 'Negli ultimi anni il mio discorso sul segno si è fatto più complesso e nello stesso tempo più essenziale. Il lavoro con i pastelli su carta si è progressivamente avvicinato alla pittura su tela e il colore, come sempre, è stato il fattore decisivo. Non opero più su due realtà parallele, ma su più aspetti della stessa realtà linguistica, strettamente correlati.
Un'opera dipinta su carta con pastelli ad olio ha lo stesso identico significato di una tela dipinta'. La geometria e la libertà immaginativa si trasformano sulla carta in scritture visive libere che sembrano incubare in loro la potenzialità di proseguire all’infinito. L’astrattismo e la geometria fluidamente si amalgamano nell’espressività del colore che anche nei lavori su carta rimane elemento essenziale della poetica di Claudio Verna.
'Il Segno, colore e materia insieme, non occupa soltanto lo spazio, ma soprattutto lo identifica fino a determinare una 'figura' che coincide con il risultato finale'. Il disegno è in queste opere dell’artista espressione libera, è segno che parla, è ancora una volta esperienza e pratica, è ricerca di una composizione, di un progetto mentale e di un discorso libero sul linguaggio pittorico e sulle sue forme. 'Ancora astrazione, ma con la fisicità di un linguaggio che accetta la sfida della sperimentazione.'
Fino al 10 novembre