La Galleria Russo, nelle sale della storica sede romana, presenta ai suoi collezionisti dal 25 ottobre al 10 novembre le opere di Manuel Felisi, frutto delle sperimentazioni e della ricerca iconografico-espressiva degli ultimi tre anni di lavoro dell’artista.
In una continua ricerca narrativa di un presente che trova nel passato le chiavi per scoprire il futuro Felisi propone le sue “composizioni bidimensionali” legate a un concetto personalissimo di tempo.
Come scrive nel saggio critico in catalogo il curatore della mostra Maurizio Vanni “Molti dei lavori di Felisi sono legati alla scelta di ciò che l'artista desidera riportare in superficie (presente del passato), ma il filtro sui propri ricordi collima con ciò che ritiene funzionale al presente del futuro per progettare la propria esistenza, manifestando il proprio essere attraverso il fare. […] Felisi ama pianificare le sue composizioni scegliendo con attenzione i materiali prima di iniziare le sue sovrapposizioni: i tessuti colorati si uniscono a una garza grezza con la quale lavora nelle opere grafiche, tarlantana, e si mesticano con colore, materia colorata e, come in molte opere recenti, alla resina e alla cenere”.
In mostra un serie di opere nelle quali le consuete sovrapposizioni di materiali sperimentate dall’artista – stoffe, garze, carte da parati, ma anche cenere e polveri – sono incluse in pannelli di materiali industriali, come il cemento e il gesso porcellanato. È infine come sempre l’immagine fotografica, stampata in assenza di bianco, a chiudere una composizione destinata a uscire da ogni schema convenzionale percettivo: come ricorda ancora Vanni, “di fronte ai suoi boschi, nonostante l'armonia compositiva impeccabile, l'importanza della tecnica passa in secondo piano e lo stupore prevale sul tentativo di comprendere i segreti dell'insieme”. Stupore che si ritrova ancor più esaltato nelle installazioni e nelle immaginifiche realizzazioni site-specific – come il soffitto con la grande Vertigine per l’Elizabeth Unique Hotel, concept hotel di lusso interamente allestito dalla Galleria Russo, a pochi passi dalla stessa, inaugurato pochi mesi fa a Roma – nelle quali Felisi si confronta abilmente con le grandi dimensioni e con composizioni che esulano dal consueto e rassicurante spazio della tela con effetti di mirabile fusione tra realtà e fantasia.
Manuel Felisi nasce nel 1976 a Milano. Frequenta il Liceo Artistico e l’Accademia delle Belle Arti di Brera. Nella sua pratica artistica si muove tra diversi ambiti includendo nelle sue opere pittura, fotografia e collage per creare installazioni nelle quali traduce e racconta il tempo. Il file rouge che lega la sua produzione è un argomento che riguarda tutti noi, il nostro essere ed esserci, qui ed ora; il tempo con il suo passare cambia le cose, le preserva e le fa dimenticare. Utilizza la fotografia per esprimere un tempo che immobilizza e misura luoghi, oggetti, persone e sentimenti; l’istante dello scatto fotografico non è più una mera operazione meccanica ma diventa il simbolo che lega le diverse tipologie di tempo descritte nell’opera. Le sue opere sono composte da strati di diversi materiali che seguono sempre uno stesso ordine scientifico, come un rituale che – dalla pittura alla stampa – non si confonde mai con la meccanicità e la ripetitività poiché sempre frutto del coinvolgimento e del sentimento che guidano il suo fare artistico. Nel 2014 è allestita la prima personale alla Galleria Russo Roma Griglie a cura di Marco di Capua, mentre nel 2015 la personale Su - Acqua a cura di Markus Graf è organizzata presso la Russo Art Gallery di Istanbul.
Catalogo a colori Manfredi Edizioni (Imola), a cura di Maurizio Vanni
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