Matteo Fato, (Pescara 1979) è l’artista che inaugurerà la stagione espositiva 2019/2020 di Monitor, che debutta con una novità: l’apertura di una sede della galleria nel piccolo borgo abruzzese di Pereto, a circa un’ora da Roma.
La decisione di inaugurare uno spazio al di fuori della grande città nasce dall’esigenza di offrire un’esperienza completamente diversa dalla maniera odierna di approcciarsi all’arte: prendersi il proprio tempo per la visione corretta di una mostra, ritrovare il gusto di conversare con il gallerista e l’artista su un progetto, sulla nascita di un’opera, alimentando la crescita di una relazione che si basa su un gusto comune e sulla reciproca conoscenza.
Lo spazio di Pereto non vuole essere un luogo dai numerosi passaggi.
E’ concepito come uno spazio privato, quasi segreto, che apre le sue porte al visitatore attento ed interessato, un visitatore che ritrovi il gusto del viaggio, della scoperta e dell’incontro, immergendosi in un paesaggio intatto, tra mura secolari che custodiscono un’idea di bellezza.
Alla ricerca del pittore pescarese, sono affidate le due mostre, una che aprirà il 20 settembre nella sede romana della galleria, l’altra che inaugurerà il giorno successivo (21 settembre) nello spazio di palazzo Maccafani a Pereto.
Entrambe le mostre, affronteranno le tematiche più vicine alla pittura di Fato, con un’attenzione particolare al ritratto, che da sempre nella sua ricerca assume connotazioni molteplici e sfaccettate e, che in questo caso specifico si propone come evoluzione naturale di un discorso sul tema, avviato circa sette anni fa.
Nel 2012 l’artista intraprende un lavoro sui ritratti di personaggi storici, investigando le figure di coloro che da sempre hanno esercitato sul suo percorso una grande fascinazione. Nel 2019 Matteo Fato sceglie come protagonisti dei ritratti persone del proprio tempo, restituendo così il suo lavoro alla formula ‘tradizionale’ della pratica del genere. Questa scelta demarca un passaggio bel preciso, connotando la serie dei suoi ritratti dedicati a personaggi storici come propedeutici al ‘ritratto dal vivo’, considerato dall’artista come ‘una metafora del paesaggio’, ovvero espressione dello spazio e del tempo attuale.
I soggetti ritratti sono persone che entrano in dialogo e in relazione con la sfera sia personale che professionale dell’artista, e che di riflesso vanno a comporre una nuova linea narrativa del suo linguaggio pittorico, nonché a ridefinire il livello di valore dell’immagine e del ruolo dei protagonisti della storia dell’arte contemporanea attuale.
Nella sede di Pereto, che sarà interessata anche ad una esplorazione della dimensione installativa e site specific del lavoro, accanto ai ritratti inediti, saranno inoltre esposte opere precedenti ma considerate dall’artista fondamentali per il suo percorso.