A tre anni dall’inizio del suo progetto/ricerca, “storie di identità negate”, Maria Gloria Sirabella entra con il suo camper studio all’interno del complesso romano Santa Maria della Pietà.
L’artista espone immagini impercettibili su materiale plastico trasparente, interventi pittorici su foto, foto che danno la percezione di essere dentro l’opera o di osservarla dal di fuori: protagoniste anime abbandonate al loro destino come fantasmi che si aggirano nell’ex manicomio per denunciare anche oggi la loro identità negata. Sirabella vuole far sentire allo spettatore il pulsare di quelle vite che non destano interesse, figure umane private del loro contenuto, dando voce in questa occasione alle lettere di Camille Claudel, lettere scritte dal manicomio dove era stata abbandonata dalla sua famiglia, dimenticata come donna, negata nella sua identità di artista.
L’obbiettivo di Maria Gloria Sirabella non è di esporre i fatti, ma di creare un esperienza.
Ospite del progetto quest’anno è Claudia Quintieri, artista, scrittrice, giornalista, con una sua video istallazione “identity” del 2010
Una danza emotiva allude alla riconquista della propria identità. Identity è il nome del video in cui la ballerina Daniela Ciotola balla su fotografie senza volto proiettate a terra nella ricerca di una riconciliazione con se stessa che avverrà alla fine quando le stesse fotografie su cui ha ballato scorreranno, questa volta, con il volto. Daniela è vestita di bianco, l’unica parte scoperta è il volto, quel volto che simboleggia la riappropriazione della propria interiorità.