Roberto Panico, RuggineA cura di Tanja Mattucci e Marcello PersicaInaugurazione lunedì 26 ottobre 2020 ore 18.00Dal 26 al 31 ottobreSpazio Plus Arte PulsViale Mazzini 1, 00195 RomaInfo Mostra:La mostra sarà visitabile dal 26 al 31 ottobre, dalle ore 16 alle ore 19, la mattina su appuntamentoContatti:tanjamattucci@gmail.com +39 3889852542marcellopersica1@gmail.com +39 330465380In occasione della Rome Art Week, la galleria “Il pastello” di Marcello Persica presenta la mostra “Ruggine” diRoberto Panico a cura di Tanja Mattucci e Marcello Persica. L’inaugurazione avverrà lunedì 26 ottobre 2020, alleore 18.00, presso lo spazio Plus Arte Puls, sito in Viale Mazzini 1, Roma. Verranno presentate al pubblico unaselezione dei lavori appartenenti all'ultima produzione dell’artista, opere alle quali saranno accostati elaborati diprecedente datazione al fine di sottolineare l'evoluzione della ricerca del Maestro. Incentrata sul valore delricordo, di oggetti di quotidiano utilizzo: pale, picconi, chiodi, intrisi dell’energia di mani sapienti, ma, destinati adun ineluttabile disgregarsi al suolo, fino al momento in cui il maestro non decide di sceglierli, farli suoi, diproteggerli.Le opere del Maestro Roberto Panico si presentano come uno scrigno, capace, attraverso lo sguardo, di aprire laserratura del ricordo, di un passato che si credeva dimenticato, in omaggio a coloro che ci hanno preceduti eformati. Seguendo le sue parole, i suoi lavori sono una dedica “nonni più antichi”, ad un sacrificato vissuto che ègermoglio del nostro presente.Picconi, martelli, chiodi, falci, campane, pale, vengono riesumati, riacquistano la vivacità che persero nel momentoin cui vennero abbandonati nel terreno, esposti alle intemperie, allo scorrere dei giorni, svuotati della lorofunzione, divergendo verso un’inesorabile sorte: di totale disgregazione.È una produzione vibrante sotto agli occhi dell’osservatore, palpabile è l’energia che scorre tra le venature dellegno, tra le miscele delle soluzioni metalliche, sono oggetti che continuano a percepire, come epidermide, ilcalore della presa che le ha impugnate.Elemento fondativo della sua ricerca è l’istinto protettivo; la tela, realizzata anch’essa con sacchi di Juta, si adagiacome un’accogliente coperta, al di sotto di questo scudo, gli elementi iniziano ad emergere con tutta la lororitrovata vitalità, essi scavano la protezione che sembra quasi risultar loro ingombrante, pesante, chiedono l’aiutodel maestro che le accompagna nell’affermazione della propria identità, dove si innalzano, fiere, comemanifestazione di un dono.