Entro e davanti a me appare Rose (2024) una delle ultime opere realizzate da Isabella Nurigiani, artista prematuramente scomparsa, cui viene dedicata questa mostra in omaggio, mi sposto e mi trovo di fronte a Fusioni (2020), e poi a Uno (2023), a Eternidad (2021)… e poi tutte le altre. Improvvisamente mi sorprendo a immaginare una materia addensata che levita verso l’alto, una materia che si avvita su stessa con spirali sottili, quasi impalpabili, mi accorgo di uno svuotamento di peso, e un improvviso nuovo significato si manifesta e diventa la chiave di lettura decisiva di tutta la sua ricerca, un desiderio di leggerezza, che rimanda ai versi di una poetessa di grande sensibilità come Antonia Pozzi, da sempre immersa nella fragilità e nei turbamenti dell’anima ...desiderio di cose leggere /nel cuore che pesa /come una pietra /dentro una barca… cosi scriveva nel 1934. Una leggerezza che non è superficialità, ma come scrive Italo Calvino nelle sue Lezioni americane …La dissoluzione della compattezza del mondo porta a nuove conoscenze del mondo..., come quella pietra nel cuore che deve svanire. Le stesse parole di Isabella stabiliscono un ponte con il passato e ci consentono di approfondire lo spirito della sua poetica: “Ho intrapreso un viaggio…che mi ha condotto in un luogo dove l’immaginazione mi slega dallo spazio e dal tempo presente per un altrove che mi spinge oltre i limiti...” Isabella vive l’invenzione artistica come possibilità di trasgredire i valori del tempo e dello spazio, quali coordinate dello stare al mondo. E proprio quel desiderio di levità diventa veicolo privilegiato per sottrarsi alla concretezza della reale, per andare oltre i confini del racconto, per cogliere una leggerezza della pensosità, prendendo in prestito ancora una volta le parole di Italo Calvino.
Le opere oggi in mostra testimoniano un percorso armonico, nel quale la pesantezza fisica della materia utilizzata, a partire dalle prime opere in ferro a quelle in bronzo fino a quelle realizzate in marmi pregiati, è emblematico di una consapevolezza del fare artistico che si fa via via più complesso, più impegnativo e anche più prezioso. Per Isabella il gesto artistico è sottratto alla estemporaneità dell’ideazione e degli sperimentalismi esecutivi, è fatica e sforzo per giungere ad un esito comune a tutte le sue opere, dove la dicotomia tra gravità e dinamismo, tra uomo e natura è superata dalle inaspettate e molteplici metamorfosi della materia, che si fa nastro sempre più sottile, avvolgente, oltre i limiti immaginati . L’opera Interpretazione spaziale del 2004, in ferro e travertino costituisce un interessante quanto notevole punto di riferimento per tutta la produzione successiva. La sottile lamina in ferro si apre verso l’alto in spirali e si radica sulla colonna di travertino, non solo base di appoggio, ma parte integrante della scultura.
Un’ opera che si stacca completamente dalle altre è la grande installazione Diversi del 2009 realizzata in occasione della mostra “Altri Muri “sempre nello Studio Tiepolo38, in occasione del ventennale della caduta del muro di Berlino. E’ un’opera decisamente politica, perché svela un aspetto della ricerca di Isabella Nurigiani più nascosto, mai come oggi di grande attualità. Ancora una volta sono importanti le parole della stessa artista: “L’arte per me è fonte di vita, di energia che mi suggerisce sempre una diversa percezione del luogo fisico, dello spazio sociale, dell’ambiente culturale con la volontà di intervenire. La passione dell’arte ha modificato il mio mondo. Un mondo migliorato, armonioso, senza guerre.”
Tiziana Musi