"Pierre-Yves Le Duc fa specchiare l'ordine con il caos, il noto con l'ignoto. Si susseguono, in modo ripetitivo, due mondi, due visioni. Da una parte il Mondo che conosciamo, una serie di cartoline che riproducono luoghi tra i più iconici e conosciuti al mondo, dall'altro un Mondo primordiale; o forse, al contrario, un Mondo futuro, post-umano. Oppure a specchiarsi in una ripetizione che appare quasi infinita, ciclica – tema questo dell'eterno ritorno e della riproducibilità, molto caro all'artista – è lo stesso identico Mondo, una volta mascherato una volta no, nudo e crudo, 'atomizzato'. E allora ci si chiede: quale dei due è poi quello vero?"
Alfredo De Dominicis