In occasione della Rome Art Week
presenta
IL TEATRO DI GIOSETTA
Talk sulla produzione artistica di Giosetta Fioroni Presso Maison Bosi, via Margutta 29, Roma, ore 18.00
Anziché al femminismo... io ero sempre più interessata al femminile,
ai sentimenti che queste donne esprimevano nello sguardo,
nel movimento di una mano, nell’atteggiamento quotidiano della figura
Giosetta Fioroni, attraverso il disegno, in un’epoca in cui oltreoceano c’era il fermento per l’abbandono della tecnica pittorica e l’utilizzo della matrice seriale, racconta il quotidiano.
Semplicità del quotidiano che viene messa sotto la lente d’ingrandimento con l’installazione dell’opera Spia Ottica, del 1968, presso La Tartaruga di Plinio de Martiis.
Giosetta Fioroni eredita dalla madre il teatro dei burattini, la dimensione del cinema, del teatro, del racconto di storie di vita domestica che diventano, con il tempo, snodo fondamentale dell’intera sua produzione.
La tela è il luogo di proiezione, sospende i soggetti e il tempo.
Tempo sospeso e limitato al momento della Performance è quello che caratterizza Spia Ottica, l’artista decide di portare all’esterno la dimensione intima della camera da letto. Innalza le banali abitudini domestiche, il racconto quotidiano a status di opera, collocandola nel luogo dell’arte.
Apre alla dimensione dell’osservazione, sentirsi osservati e osservare di nascosto, attraverso il filtro dello spioncino della porta, intermediario che pone sulle scene il velo dell’onirico. Non si parla di sistemi ideologici, sociali o politici, ma di Casa. Storie di esseri umani. La scelta di anteporre alla vista libera il filtro dello spioncino obbliga chi osserva a porsi nella situazione di sentirsi in atto di “rubare” momenti, la vista rimpicciolita, dona la percezione di poter far propria quella dimensione, metterla in tasca.
La quotidianità, la banalità, diventano un prezioso racconto da rubare. In segreto.
