Open Studio Antonella Cuzzocrea

Un lavoro di ricerca iniziato nel 2017. Una tecnica che richiama lo sashiko, l’arte del ricamo giapponese, ma su pagine antiche. Un’opera delle mani come della psiche.

Logos, o il filo del discorso.

Quando cominciai a lavorare a questo progetto, nel 2017, l’intimo e ineffabile elemento contenuto nel gesto del cucire la pagina stampata (quello che Isabella Ducrot, riferendosi ai suoi tessuti,  definì “soffio” o spirito) ancora mi sfuggiva. Avevo ricevuto in regalo un libro del Settecento e un giorno, titubante, iniziai a interrompere quelle lettere antiche attraverso il ritmo dell’ago. Un ricamo sulla pagina che richiama l’arte giapponese dello sashiko e che, nel suo alternarsi regolare di spazio e filo, fa emergere una diversa sequenza delle lettere, un logos, o filo del discorso, atto a ricomporre (porre in forma diversa) il proprio spazio interiore, a ricostruire il linguaggio, ma anche a tenere insieme. Quel gesto non si è più interrotto. In seguito di libri antichi me ne furono regalati altri, ciascuno con la sua diversa consistenza della carta, ciascuno con il suo odore, il suo formato e la sua storia peculiare. Le pagine cucite hanno formato un “corpus”, un’opera in divenire che man mano si è arricchita di significato. Un’opera delle mani come della psiche.

In collaborazione con Roberto Rotoni, interior designer. 

 

Organizzatori

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