Galleria Eugenia Delfini è lieta di annunciare la sua prossima apertura, mercoledì 19 ottobre alle ore 18:00 in via Giulia 96, con l’inaugurazione della prima mostra personale di Roberta Mariani a Roma.
La mostra, il cui titolo, La schiuma dei giorni, è stato preso in prestito dal romanzo di Boris Vian, è accompagnata da un testo critico di Gianni Garrera e presenta una serie di lavori pittorici e scultorei attraverso cui l’artista investiga la piega come concetto da cui partire per generare spazi tridimensionali.
La serie pittorica, realizzata su carta con pigmenti, polvere di grafite e spray, presenta trame astratte, giochi di forza e matasse elastiche. Queste tessiture di percorsi irregolari si articolano su diversi piani e assomigliano a dei paesaggi o come direbbe Gilles Deleuze a uno “stagno di materia nel quale vi sono diversi flutti e onde.”[1] Circondati da queste tele si ha la sensazione di essere di fronte a delle visioni organiche (e talvolta virtuali) in cui il segno germoglia e allo stesso tempo si espande e si contrae come un respiro. Le sculture, anch’esse lavorate con pigmenti e stratificazioni di pennellate, sono carte piegate le cui curvature e piegature danno forma a corpi, resti di pelli o di fossili primordiali.
Quando Deleuze approfondisce la piega come tratto distintivo del barocco scrive che, secondo lo storico dell’arte Heinrich Wölfflin, uno dei suoi tratti materiali consiste nella “tendenza della materia a travalicare lo spazio,”[2] il lavoro di Mariani tenta davvero di fare questo: di andare oltre lo spazio circoscritto dell’opera per generare mondi atemporali e visioni fantasmagoriche in cui tutto nasce e muore continuamente.
Roberta Mariani (1972) è una artista visiva di base a Roma che si è formata presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e quella di Granada. Dopo aver studiato pittura, scenografia e tecniche dell'incisione, ha lavorato per diversi anni come restauratrice e decoratrice pittorica. Questo lavoro, che spesso ancora svolge, le ha permesso di rielaborare l’universo cromatico dei maestri del passato, soprattutto del Trecento e Quattrocento e di farne uso quotidiano nella sua pratica artistica. Mariani, infatti, predilige i pigmenti e la polvere di grafite ai colori già preparati ma, nonostante ciò, i suoi soggetti sono per lo più astratti e hanno un’estetica viva e contemporanea.
Mariani inizia il suo percorso artistico solo nel 2014 producendo principalmente lavori pittorici e scultorei su carta. Negli ultimi anni ha partecipato ed esposto in personali e collettive in musei ed istituzioni nazionali ma dal 2018, anno in cui ha preso lo studio all’ultimo piano dell’Ex Pastificio Cerere di Roma, si è dedicata principalmente alla sperimentazione e alla ricerca.
[1] Deleuze G., La piega. Leibniz e il Barocco. Piccola Biblioteca Einaudi, 2004, pag. 9
[2] Wölfflin H., Rinascimento e Barocco, 1888, trad. Vallecchi Firenze 1928, in Gilles Deleuze, La piega. Leibniz e il Barocco. Piccola Biblioteca Einaudi, 2004, pag. 8