PABLO di NEANDERTHAL non è un film-portrait sull’artista, non è un documentario ma qualcos’altro: vuole raccontare l’estetica di Echaurren con un occhio particolare, legando il suo lavoro odierno – ma anche quello passato – all’evoluzionismo umano. Pablo Echaurren è un artista visivo, illustratore, nonché saggista. Da alcuni anni, ha deciso di ritirarsi dal mondo dell’arte pur continuando a realizzare opere per il suo esclusivo piacere. Dal 2019 costruisce scatole con materiali vari, che ruotano intorno a due ossessioni in apparenza scollegate tra loro: Marcel Duchamp e l’uomo di Neanderthal. Da qui prende il via il documentario sperimentale che - oltre a rileggere l’immaginario di Echaurren - esplora le molteplici relazioni tra arte, evoluzionismo e bricolage. La teoria dalla quale Echaurren parte è che centinaia di migliaia di anni fa l’uomo di Neanderthal e l’Homo Sapiens si sono trovati a convivere per un certo arco di tempo, alla fine del quale ha prevalso quest’ultimo, con le conseguenze evolutive che tutti abbiamo sotto gli occhi. Siamo abituati a pensare secondo un luogo comune che Neanderthal sia sinonimo di primitivo e involuto, mentre il Sapiens distingua l’uomo dalla scimmia. Ma non è così. Da alcune scoperte degli ultimi decenni, ad esempio, è venuto fuori che l’uomo di Neanderthal aveva caratteri non aggressivi e si prendeva cura dei suoi simili, fino a dargli degna sepoltura. Cosa sarebbe successo se l’uomo di Neanderthal fosse prevalso sull’Homo Sapiens? Come si sarebbe sviluppata la nostra specie? A queste e ad altre domande, come il rapporto tra l’arte e la morte o anche la relazione/conflitto tra i padri (intesi come genitori ma anche come antenati) e i figli, tenta di dare una risposta Antonello Matarazzo, artista, pittore di formazione poi videoartista. Già in altre due occasioni l’artista irpino si era confrontato con alcune figure dell’arte e del design. Dall’architetto Riccardo Dalisi in Latta e cafè al duo Perino&Vele in Video su carta. Il suo stile – ludico, visionario, ma ricco di citazioni e con un montaggio non lineare – che riunisce gli spunti narrativi e documentaristici sotto l’egida della sperimentazione, anche in questo caso sarà messo al servizio per una ri-lettura molto personale dell’opera di un altro creativo.
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