Tutto comincia da un sogno. O forse dal risveglio.
Diamo i numeri. Siamo in due e ci lanciamo una sfida: raccontarci tramite vocali i nostri sogni al risveglio per centouno giorni consecutivi.
Questa è la base da cui partiamo. Per tre mesi è la prima cosa che facciamo ogni mattina..
Un anno dopo, ascoltiamo i sogni seguendo l’armonia del caso, ed emerge il desiderio di scandirli come le profondità marine, seguendo antichi echi di arte mnemonica (Cit. Giordano Bruno).
Azioni, spazio, tempo, figure, rari profumi e modi intrecciati. Il sogno non è più del sognatore ma è restituito a una materia comune, le cui trame possono ora generarsi e rigenerarsi con i gesti di chi la attraversa.