Giuseppe Incatasciato

Dati e contatti
20 maggio 2022 LUCA GOEST TO NEW YORK esibizione personale Galleria marte ROMA
20 settembre 2022 CUORI VINCENTI esibizione personale Galleria Marte Roma

Recensione

Luca lo Sciamano della città sulla via dei cuori
di Giuseppe Ussani d’Escobar

Luca viaggia nel cuore di una dimensione temporale e musicale che diviene spazialità purificata. Attraverso lo sguardo dell’artista percepiamo la dimensione dell’incantesimo, una favola che si svolge attraverso la sua capacità di sognare. Luca è un innocente che conosce la vita profondamente, i suoi occhi rivelano la spontanea sapienza del fare arte; una visione primitiva, “aborigena” della vita, lo consegna a noi nel suo aspetto e nella sua dinamica interiore di viandante-nomade, uomo essenzialmente libero, che percorre la “via dei canti” segnata dai suoi passi nel mondo: le sue impronte hanno l’aspetto di cuori e rappresentano a volte intervalli potenti e dalla spiritualità magica nel suo instancabile procedere, stanno lì a indicare momenti di preghiera e ringraziamento alla Divinità che gli ha conferito il soffio della vita e il desiderio di creare. Queste mappe del cuore non possono avere confini poiché sono contemplazioni interiori e sacre.
La musica è centrale nella danza sacra che si sviluppa intorno al fuoco della vita e dell’intuizione, prendono forma i vortici, che assorbono le nostre carni e le nostre menti nel delirio mistico della spirale: in questo attimo la nostra psiche sospinta dal ritmo, interno alle opere, risale alle radici del nostro IO primitivo e avverte, facendo propria, l’esperienza ipnotica e magnetica del creatore di sogni. Presso i nostri antenati, il sognare generava la realtà e nello sciamanesimo il sogno era destinato a rivelarci la nostra vera identità: ne derivava che i sacerdoti delle antiche popolazioni del Nord America, nel corso della metamorfosi onirica, assumevano l’aspetto del loro animale guida, che poteva essere un’aquila, un orso e così via. Ed ecco materializzarsi la visione di Luca, a volo d’uccello, dei passi percorsi, delle stazioni del cuore.
La serie dei cosiddetti “ritratti in nero”, che vanno studiati e apprezzati da vicino, ben manifestano l’apparizione dell’orma che si propone quale visibile e invisibile: essa si cela e si palesa, nella sua energia di traccia che vuole confondere i nostri sensi, la nostra concentrazione e nello stesso tempo suggerirci la sua silenziosa presenza. Il primitivo che avanzava nella foresta, consapevole degli infiniti rischi e pericoli, era estremamente vigile e attento alle sue impronte che permettevano all’eventuale nemico, uomo o animale che fosse, di percorrerle e di scovarlo. L’arte vive di linguaggi sotterranei, del suo provocare la ricerca e la riflessione attraverso il mistero che rappresenta: si apprezza l’intensità della luce e si percepisce la visione solo dopo aver guardato a fondo nell’ombra, nell’oscurità, solo allora grazie a un processo alchemico dal buio della materia emerge l’oro dello spirito.
Gli infiniti cuori di Luca sono anche le cellule di un infinito organismo in continua metamorfosi, queste sono tutte collegate fra loro a formare intere comunità in perpetuo movimento, sono tutte portatrici di un simile codice genetico al fine di riconoscersi tra loro. Solo la solidarietà istintiva ed emozionale salverà il nostro pianeta, purificandolo e consegnandolo alle future generazioni rinnovato.
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