Marco Emmanuele (Catania, 1986). Inizialmente dedito alla ricerca e produzione musicale, nel 2010 decide di continuare gli studi in Architettura trasferendosi a Roma, dove oggi vive e lavora. L’artista realizza opere in ceramica, ferro e vetro, che ruotano intorno ai detriti, testimoni dell’attitudine umana alla colonizzazione ed alterazione dei luoghi. La ricerca più recente verte sulla performance e sulla progettazione di macchine per disegnare, dispositivi in grado di manifestare l’interferenza uomo-macchina, altrimenti definita malfunzionamento. Nel 2021 partecipa a Hypermaremma a Capalbio. Nel 2020 è stato in residenza a Lozio (BS) per Falía* e a Terni per Radici, alla Residenza La Fornace a Milano nel 2019, e presso Les Atelier Wonder-Liebert a Parigi nel 2018. Ha esposto i suoi lavori e realizzato performance in Italia e all’estero. Tra le mostre più recenti: Ibidem, adesso e nell’ora della mostra (pianobi, 2021, Roma), Drawing machine #13 (Superstudiolo, 2021, Bergamo), Drawing machine #8 (Casa Vuota, 2020, Roma), Ionian Archaeological Archives (Bivy Space, 2018, Anchorage, Alaska), It was not me, It was not me (Wonder-Liebert, 2018, Parigi), Rosina #0 (Limone Space, 2016, Londra).
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