Open Studio Circe

Dialogo che esplora la relazione tra l’umano e il mondo animale, attraverso il confronto corpo/volto. Circé e Vittoria Notarbartolo di Villarosa, partendo da approcci distinti, si incontrano su un terreno comune che indaga l'essenza dell'identità

“Corpi e Identità: Tra Umano e Animale” mette in dialogo due visioni artistiche che esplorano la relazione tra l’essere umano e il mondo animale, attraverso il confronto tra corpo e volto. I lavori di Circé e Vittoria Notarbartolo di Villarosa, pur partendo da approcci distinti, si incontrano su un terreno comune che indaga l’essenza dell’identità.

Circé concentra la sua ricerca sul corpo umano, scegliendo di omettere i volti per focalizzare l’attenzione sulla fisicità: la carne, i gesti e le forme. L’assenza del volto sottolinea l’anonimato del corpo, rendendolo simbolo di una condizione universale. Le sue scene rivelano una crudezza intrinseca alla vita, un richiamo al reale e all’imperfetto.

Vittoria si concentra sui volti animali, usando lo sguardo come linguaggio universale. Le sue sculture evocano forza e fragilità, suggerendo un legame profondo tra uomo e animale, fondato su una condivisione di emozioni e istinti comuni. Per Vittoria, lo sguardo non mente: è il mezzo più potente per esprimere l’essenza e il dialogo tra istinto e riflessione. In ogni sguardo animale, c’è una finestra sull’anima dell’umanità, un ponte tra specie che ci ricorda quanto siamo interconnessi, andando oltre le barriere della parola e della razza.

Questo dialogo si costruisce proprio attraverso il confronto tra le due visioni: da un lato, i corpi senza volto di Circé indagano l’universalità del corpo umano, mentre dall’altro, i volti animali di Vittoria Notarbartolo di Villarosa richiamano un’identità archetipica che collega l’essere umano alla sua dimensione più istintiva. Le due ricerche si intrecciano in una riflessione comune sull’essenza dell’identità, invitando lo spettatore a esplorare il confine tra umano e animale, presenza e assenza, fisico e simbolico.

Lo studio diventa uno spazio di scambio e contaminazione, in cui corpo e volto, natura e cultura, si incontrano per offrire nuove prospettive sull’identità e sulla sua rappresentazione.

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