Strings. Light and Vision

Isabel Alonso Vega - DUSKMANN - Andrea Galvani - Sali Muller - Mareo Rodriguez


A cura di Maria Abramenko

28 settembre – 26 ottobre 2019
opening 28 settembre h 19.00


La prima creatura di Dio fu la luce.
(Francesco Bacone)

Buio, neon e scienza sono i cardini alla base di STRINGS. LIGHT AND VISION mostra collettiva curata da Maria Abramenko interamente dedicata all’interazione fra questi elementi.
Dal 28 settembre al 26 ottobre presso la White Noise Gallery, sei artisti di fama internazionale presentano opere costantemente in bilico fra rigore scientifico e pura empatia. Isabel Alonso Vega, DUSKMANN, Andrea Galvani, Sali Muller, Mareo Rodriguez, Alessandro Simonini modificano la percezione della galleria attraverso opere luminose, come improvvise domande che appaiono nello spazio buio.

La meccanica quantistica e gli esperimenti con le particelle ci hanno insegnato che il mondo è un pullulare continuo e irrequieto di cose, un venire alla luce ed uno sparire incessante di effimere entità. Il nostro è un mondo di avvenimenti e non di cose.
STRINGS. LIGHT AND VISION intende indagare la luce in quanto evento e i differenti modi con cui gli artisti l’hanno rimodellata come medium.

Il percorso parte da Alessandro Simonini. INRI è un tetragramma al neon che ha in sé due piani di lettura volutamente contrapposti: l’interpretazione canonica religiosa Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum (Gesù Nazareno Re dei Giudei) c he si rifà all’episodio biblico della crocifissione, e quella esoterica Igne Natura Renovatur Integra (La Natura Originaria Rinasce nel Fuoco), rende INRI un’opera sulla trasmutazione sia alchemica che spirituale. Se l’elettricità è il fuoco postmoderno, ed il fuoco e l’origine di tutto ciò che esiste, il tubo al neon diventa simbolicamente il contenitore di un nuovo Universo.

Andrea Galvani presenta un incandescente paesaggio sia astratto che fisico che descrive il motore che alimenta le stelle. Le sue equazioni cosmiche, quasi come un cielo stellato, assurgono al ruolo di una guida per una navigazione terrestre. Una nuvola di numeri in cui la matematica si materializza come un iper-oggetto, l’universo, convocato e riassunto.

Il collettivo DUSKMANN gioca sul conflitto tra il caos e l’ordine della natura, creando un'opera inedita. L’Universo è una struttura in equilibrio generata da una apparente casualità, il collettivo approccia la scienza come strumento per una ricerca in realtà del tutto metaforica. Mossi dalla necessità di comprendere i meccanismi più invisibili - come l’interazione ed il modo in cui un elemento influenza gli altri - è concettualmente un metodo scientifico per tentare di raccontare l’animo umano.

Isabel Alonso Vega presenta la sua alchimia minimalista chiusa in teche di plexiglas. Strati sovrapposti di pittura diventano elementi scultorei grazie alla presenza della luce, che li attraversa e li riempie, immortalandone il suo esito irreperibile ed effimero.

Mareo Rodriguez si interroga circa la materia in quanto condensazione della luce e al suo processo di trasformazione ed espansione di energia nel tempo. M.E.L.T.S e sicuramente un'opera che si spiega perfettamente con il proprio titolo (MATTER ENERGY SPACE LIGHT TIME).

Infine, Sali Muller , con la sua concept art, indaga il ruolo dell’individuo in relazione a sé stesso e al suo ambiente: in questa occasione quello dell’oscurità come dimensione che veicola una naturale alienazione dalla natura e dalla propria immagine di sé.

La mostra STRINGS. LIGHT AND VISION raccontandoci la storia di un fenomeno fisico ci conduce verso un’astrazione psicologica presente in molte forme e in tutti gli aspetti della nostra vita. La luce, non a caso, è la prima cosa che vediamo aprendo lo sguardo sul mondo nel momento della nascita; un momento in cui il tempo è assente: l’identità e la memoria ancora indefiniti.