La mostra a cura di Monica Cecchini, ripercorre la ventennale ricerca dell’artista, improntata sulle tematiche del corpo, dell’identità e del complesso dinamismo psichico. Scultrice di formazione, Ezia Mitolo opera attraverso canali diversi, quali il disegno, la fotografia e il video, non tradendo mai la sua vocazione plastica e volumetrica che trova pienezza oltretutto in installazioni, performance e video-performance interattive/partecipative.
Sono i luoghi della psiche, i “luoghi di dentro”, mondi sommersi a cui l’artista, grazie alla sua esuberanza immaginifica dà voce e respiro attraverso le sue “presenze”, al limite tra la forma figurale e i territori non indagati della vita più profonda. Presenze evocative e viscerali che riemerse dall’ombra e riportate alla luce, si impongono nello spazio, invadendolo con l’immediatezza dell’immagine, la forza del segno, la tensione della materia; “donando all’interiorità, altrimenti impalpabile, il calore della fisicità” e rendendola viva, l’artista esplora antiche risonanze, intime pulsioni, passioni e paure, stimolando a riflettere sulla conquista di necessarie consapevolezze e possibili nuove trasformazioni e rinascite.
Le opere
Il percorso espositivo lascia emergere gli elementi trasversali della sua vasta produzione e si compone di opere recenti, per la maggior parte inedite: disegni di piccolo e grande formato su supporti diversi, dal legno alla carta e stoffa, sculture, video e installazioni. La proposta espositiva varia dai disegni con l’argilla del progetto on going di Ho come un’impressione e i piccoli e fitti pastelli su carta di Appunti di un pesce fuor d’acqua, ai grandi spazi di Rosso fiero, Sono antenne e Seduta, in cui il segno grafico concitato traduce il tema della prorompenza della psiche e ricerca di nuovi equilibri; prosegue con l’installazione in stoffa, terracotta e cera de I grumi e le mensole, in cui esseri empatici e metamorfici ammiccano, da piccoli ripiani, alla paura del cambiamento; e ancora, con le sculture in terracotta, resina, cera e materiali misti come Sulle punte e Siamo forti, che raccontano di delicatezza, sospensione, fragilità e riscatto.
Sono esposti anche altri lavori inediti e progetti on going declinati per questa occasione romana che pongono lo spettatore al centro di una dimensione immersiva stimolando una risposta emotiva e profonda. Un'esperienza sensoriale e concettuale autenticamente coinvolgente, un prolificare di immagini che si sporgono oltre il perimetro quadro, verso forme antropomorfe e oltre la bidimensionalità, a conferma della ricerca che l’artista conduce sin dalla metà degli anni ’90.
Il percorso comprende inoltre un video nel quale in una sorta di autoritratto in fusione con il segno grafico è interpretata una delle poesie contenute nel suo libro “Frange. Disegni parlati” pubblicato nel 2019 da Edita@ Casa Editrice & Libraria.