Vito Bongiorno
L'artista dichiara lo stato di fragilità in cui versa il nostro pianeta, da qui l'utilizzo del carbone e cenere nelle sue opere per dimostrare simbolicamente la malattia, la spaccatura e l’inquinamento.
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Vito Bongiorno

Vito Bongiorno (Alcamo 1963).
La sua infanzia è stata movimentata a causa dei diversi spostamenti della famiglia. Infatti, dopo avere vissuto la terribile esperienza del terremoto del Belice del 1968, si trasferisce a Genova e dopo due anni Roma diventerà la sua città.
Frequenta il 2° Liceo Artistico Statale quale allievo di Mino Delle Site, l’aeropittore leccese molto stimato da Marinetti. Arricchisce, quindi, le sue conoscenze seguendo nella Capitale corsi di incisione, modellato e  scultura. Al fine di ampliare le sue esperienze si reca all’estero dapprima nel 1985 a Monaco di Baviera, poi nel 1988 a New York, dove prende contatto con gli ambienti artistici più avanzati e incomincia ad esporre le sue opere, ispirate a quella filosofia estetica che egli stesso chiama “sintetismo della vita” e che si può riassumere nella sintesi fra esperienza oggettiva ed espressione delle proprie esigenze interiori. Egli mira principalmente ad essere se stesso, a conquistare un proprio linguaggio, a definire un proprio stile, nell’ambito, naturalmente, delle correnti più innovative e più aggiornate, tuttavia sempre autonomo e personale.
Costanzo Costantini l’ha definito l’Yves Klein italiano, Bongiorno è noto per aver dedicato in una personale, le sue antropometrie sulla scia di quelle realizzate dal pittore francese. Dal 1995 al 2005 Vito Bongiorno si trasferisce a Tarquinia: qui espone al Palazzo Bruschi, all’ex Chiesa San Pancrazio e celebre rimane la spettacolare antropometria realizzata nel 2002 nella cittadina etrusca del  dipinto lungo circa mezzo chilometro, unico nel panorama dell’arte contemporanea.
Nel corso degli ultimi anni l’artista ha intrapreso una serie di sperimentazioni tra Body Art e Land Art. Nella Body Art Vito Bongiorno considera il corpo come fondamentale mezzo di espressione artistica, mentre nella Land Art usa l’ambiente come teatro dell’attività creativa. Crea così una fusione tra questi due movimenti artistici nati negli anni Sessanta negli Stati Uniti e diffusisi in Europa e in molti altri paesi.
Nel 2008 espone a Roma, presso la Galleria Lombardi, «Segno e memoria» e nell’anno successivo presenta alla Galleria Hybrida Contemporanea la mostra dedicata a Yves Klein “Internamenteinterna”.
Nel luglio 2009 Il presidente del Museo delle Trame Mediterranee “Fondazione Orestiadi” di Gibellina Ludovico Corrao, acquisisce all’interno del Museo l’opera di Vito Bongiorno “Oltremare a Gibellina”.
Nello stesso anno l’artista è invitato a partecipare all’evento “Un castello per l’arte contemporanea”, svoltosi nel Castello di San Giorgio Maccarese (RM).
Nel marzo 2011 l’opera “My Hug” viene presentata e donata al Museo Centrale Montemartini di Roma in occasione dell’iniziativa “Emergenza Origami”. Lo stesso anno, per 150° anniversario dell’Unità d’Italia, espone l’opera “Bandiere d’artista” , all’evento speciale dall’Electronic Art Cafe Roma, curata da Achille Bonito Oliva e Umberto Scrocca.
Nel luglio 2012 è ospite dell’iniziativa “Italians for Darfur”, organizzata al teatro San Genesio di Roma donando l’opera “Hope”.
Negli ultimi anni l’artista dichiara lo stato di fragilità in cui versa il nostro paese. Da qui l’uso del carbone che simboleggia la malattia, la spaccatura, l’amarezza e l’inquinamento. Significativa, per questo passaggio, è stata una delle sue ultime opere: ”Terra mater” al Museo Macro la Pelanda di Roma nel maggio 2012, in occasione della fiera Roma contemporary e in collaborazione con Inside Art. Nella performance una modella, simbolo della purezza, è dipinta di blu e si muove tenendo in mano un globo terrestre le cui terre emerse sono realizzate con il carbone, a significare l’inquinamento ecologico e sociale che caratterizza la nostra epoca. Sempre nel 2012 espone ad Ancona al Museo della Mole Vanvitelliana realizzando una performance dedicata all’artista Gino De Dominicis.
Nel novembre dello stesso anno vince il premio organizzato dalla rivista “INSIDEART” Arte & Crisi con l’opera “Handle with care”.
Nel 2013 partecipa al Premio Adrenalina organizzato al Museo  Macro ricevendo il premio voto online categoria Gold e il premio del pubblico. Ad aprile dello stesso anno espone “Sinite parvulos venire ad me” alla Galleria Opera Unica a Roma, successivamente presenta “Marchi d’artista” in occasione dei festeggiamenti per i 20 anni dell’Electronic Art Cafe Roma. Ancora, nel 2013, presso Villa Guglielmi, nel comune di Fiumicino, espone per la mostra “Manualmente”. Presenta poi presso l’Accademia di Romania, per la mostra “In Simbiosi”, una sua opera e di seguito presso la galleria Visiva per la mostra “Censored”. Nello stesso anno entra a far parte della biblioteca degli artisti della Quadriennale di Roma.
Nel maggio del 2014 espone presso i Musei Capitolini nella Centrale Montemartini per la mostra temporanea “Superfetazioni”; contemporaneamente partecipa alla Biennale di Viterbo e alla Triennale di Roma, presentata da Achille Bonito Oliva. Dal 2014 sono inoltre presenti tre sue opere presso il  Museo M.A.A.M. di Roma, nel frattempo il Ministero della Pubblica Istruzione gli commissiona un murales di circa 6.50 x 3.50 metri all’interno della scuola “Paolo Baffi” di Fiumicino.
Nel maggio 2015 realizza la personale dal provocatorio titolo “L’Italia brucia” presso la Galleria Sant’Andrea di Roma e successivamente esegue a Milano una performance per Exploit. Sempre nel 2015 interviene con una sua istallazione al Museo Cà Pesaro in occasione della Biennale di Venezia e a Napoli la sua performance Terra Mater apre le porte al “Naf-Napoli Arte Fiera”. Una sua opera viene richiesta dalla Fondazione Pistoletto di Biella per essere esposta permanentemente nella sezione “Muro del MAAM“ a cura di G. De Finis.
Nell’aprile del 2016 espone la sua personale “AureAttesa” a Viterbo presso la Galleria Miralli. A giugno dello stesso anno presenta “Black holes” alla Galleria Consorti in via Margutta a Roma e successivamente alla Minigallery di Assisi e sempre nel 2016 una sua opera entra a far parte della collezione del Museo del Mutuo Soccorso Roma.
Nel gennaio del 2017 partecipa all’Affordable Art Fair di Milano, mentre a luglio presenta la personale dal titolo “Anime” alla Galleria Minima Arte Contemporanea Roma.
Nel 2018 la mostra alla Galleria Fidia di Roma Metamorfosi materiche a cura di Leonora Sofia Marussig nello stesso anno a maggio partecipa alla V Biennale di Viterbo, a settembre la personale nella Galleria Consorti “ABC dell’Arte Contemporanea” insieme ad Asdrubali, Bongiorno e Ceccobelli a novembre la personale “Global pollution” alla Galleria Officine nove di Roma.
Nel febbraio 2019 da registrare la mostra e la realizzazione di un imponente opera Our Planet all’interno del Macro Museo d’Arte Contemporanea di Roma con testi di Francesca Pietracci. A marzo realizzala scenografia in occasione del campionato italiano de 2°atto alla fonderia della arti di Roma a cura di Edoardo Erba.
In occasione della Giornata del contemporaneo, nell’ottobre del 2019, presenta presso il Museo d’arte contemporanea di Alcamo MACA la sua Antologica (1990-2019).
Nel 2020 la mostra Contaminazione presso Hub/Art 39 a Roma. Il contributo di Vito Bongiorno, oltre a consolidare le relazioni e i rapporti con le varie realtà artistiche sul territorio nazionale, sta testimoniando il valore e la necessità di promuovere e sostenere la cultura in un momento come questo, pervaso da un senso di crisi e d’incertezze sulla scena politica internazionale.
Attualmente vive e lavora tra Fregene e Roma.

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09-14 Ott 2017 | 10:00-19:00
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