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Evaldo Amatizi
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Biografia
Biografia di Amatizi Evaldo
Amatizi Evaldo è nato nel 1975 a Roma ma di origine marchigiana.
Nei primi anni di vita spensierata, si è nutrito infinitamente di continui viaggi a ritroso, dalla città di Roma, al paese natale, in provincia di Ascoli Piceno, durante le ferie dei propri genitori: semplici impiegati statali che non gli hanno mai fatto mancare nulla.
Boschi, vita sana, giochi semplici, erano uno spartiacque tra una vita cittadina ed una di campagna. Ma anche racconti di una vita ormai passata. Racconti di nonni raccontavano di come i tedeschi hanno fatto saltare il ponte del paese vicino o di quando si scappava a Roma a piedi camminando di notte per fuggire agli aerei nemici. Racconti che hanno dato un tempo ed un anima a tutto quello che lo circondava nell'infanzia.
Così è stata la sua vita per tutte le scuole elementari. Sempre uno spartiacque tra il mondo reale fatto di compiti e doveri ed i giochi dove il tempo non aveva più regole fisse. Più che passare le giornate a giocare a pallone coi compagni, spesso il tempo lo trascorreva scavando buche o isolandosi in un mondo proprio che, sarebbe diventata la sua vera casa col tempo. Un posto immaginario dove poter vivere e respirare.
Nonostante le capacità artistiche, ha frequentato normali scuole superiori, diplomandosi infine come perito tecnico.
Apparentemente questa scelta sembrava la più ragionevole ma, si è rivelata un fallimento nella sua vita futura.
È vero che niente gli è stato fatto mancare a casa ma le scelte proprie fatte col cuore, quelle erano precluse.
Voti alti o bassissimi, senza una regola.
Un incostanza con cui, si è sempre trovato a combattere tutta la vita. Rapporti col prossimo sempre più pessimi contraddistinti da un'incapacità di comunicare.
La scuola ed il militare infine gli hanno dato l'ultima o la prima spinta verso un nuovo mondo.
Ha passato sempre più tempo a leggere e scrivere e disegnare vivendo un mondo parallelo.
Un mondo diviso sempre che poi non sono stati altro che i campi di battaglia di future ispirazioni.
Di cose inutili e pratiche, cose che non si sentivano proprie, erano da un lato, mentre dall'altro, qualcosa dentro di se premeva ma che, non trovava forma.
Cose che nessuno vedeva.
Come autodidatta, qualche risultato si è visto. Difatti nel 1999 si è distinto col premio “Mosca” per la letteratura scrivendo “delusioni illusorie” un piccolo monologo dedicato al rapporto finito male con una donna. Si potevano scrivere cose bellissime e soffrire come un cane: i due stati d'animo coesistenti in un unico corpo.
Nonostante queste vittorie in campo artistico, i rapporti con gli altri ed in particolare col padre autoritario, si fecero sempre più cattivi.
Passarono un po' di anni finché non ha deciso per la prima volta di iscriversi all'accademia di illustrazione. Ma solo dopo molte esitazione, ed anni trascorsi come autodidatta.
Comunque, serviva un confronto per andare avanti. Nuove tecniche da scoprire, paure da mettere da parte o coprire con uno strato di vernice.
Ha frequentato “L'accademia dell'illustrazione” dal 2001 al 2004. gli esercizi erano costanti e la tecnica non mancava.
I diverbi tra compagni di corso che non preoccupavano i professori consideravano tipici erano sempre più forti. C'era un divario tra lui e loro che, non era dentro, nella tecnica ma che era presente e non si riusciva ad inquadrare, ne si riusciva a colmare.
L'arte intesa come altro linguaggio rispetto a quello normale era la seconda ossessione della sua esistenza. L'accademia gli aveva insegnato che in una persona c'era spazio per un solo linguaggio, averne più di uno frammentava.
I primi quadri di grande formato solo nel 2005, l'anno seguente la fine dell'accademia. In quel periodo ha provato a collaborare come animatore di cartoni animati in una piccola società che cercava di emergere nella pubblicità.
L'idea della linea in movimento costante è cosa dei futuristi e la si può leggere, un altro conto è viverla sulle proprie spalle. Quando si animano delle immagini, le linee diventano la vera spina dorsale di un linguaggio visivo.
Ogni approfondimento in campo artistico seguiva sempre un conflitto a casa.
Tra quello che volevo essere e quello che assolutamente di me, non volevano vedere.
L'autorità paterna, è il nemico a questo punto. Ma era una forza che se non si sconfiggeva con una vita di successi pratici, ci si doveva adattare, nascondendosi,
Prendere delle patenti e lavorare normalmente.
Era questo il nuovo verbo nel 2006.
Il parallelismo tra la vita normale e quella creativa si dilatava come una forbice.
Difatti, dal 2008, lavorava come autista e passava due giorni a settimana a collaborare con la galleria d'arte “Cassiopea”
Con la Cassiopea si passava dall'allestimento dei quadri alla creazione di volantini, progettare mostre per il futuro a cui ha anche partecipato e scrivere o contattare artisti oltre a partecipare alla mostra “I dioscuri del Quirinale” nel 2010, esposizione alla casa di dante nel 2011.
tra le mostre più importanti:
“in arte veritas” 29-30 novembre 2003 complesso monumentale bocca della verità
Galleria d'arte moderna Alba mostra personale dal 3 al 9 maggio 2008
Galleria Cassiopea, “Astrattismo e Naturalismo” dal 18 al 30 aprile 2009
“commistioni d'arte” dal 6 al 17 febbraio 2010
mostra personale“le Giare” personale dal 2 luglio 2010
mostra d'arte sacra contemporanea “S'offrire” dal 14 al 25 maggio 2012
Attualmente divide la sua vita tra lavoro ed arte, dipingendo ad olio, carta per poi commentare i suoi stessi lavori ossessionato dalla ricerca di un linguaggio espressivo che superi il tempo e il divario che lo separa dal mondo esterno.
Dal 2013 al 2014 espone con l'Eureka che si interessa ad artisti pittori e scultori. Sono di questi due anni gli eventi delle case d'aste come la “Caput Mundi” , la collettiva “In fieri” a piazza del popolo e al teatro Eliseo.
Tutt'oggi continua a sviluppare le sue idee in campo artistico dividendosi tra una vita pratica ed eventi più o meno fatta di quadri sempre virtuosi e legati all'idea di frammentazione
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