Sabino de Nichilo è nato a Molfetta (BA) nel 1972. Ha studiato scultura all’Accademia di belle arti di Roma, la città in cui vive e lavora. Dopo un esordio espositivo nel 2009, con un’installazione presentata negli spazi del centro culturale Rialtosantambrogio di Roma, si dedica all’organizzazione di mostre (è tra i fondatori nel 2017 del progetto curatoriale Casa Vuota) e in seguito si avvicina alla pratica scultorea, alla pittura e alla performance. Utilizza la ceramica, a volte assemblata con elementi naturali e sintetici, come medium principale di una ricerca che esplora il confine tra organico e inorganico. Privando l’umano della sua unità e degli attributi che lo definiscono e lo decodificano culturalmente, Sabino de Nichilo modella oggetti carnali che sembrano lacerti di una macellazione o di un’autopsia, osservati però con un distacco ironico e incruento. Attraverso essi, porta alla luce una visceralità sentimentale che addomestica l’alienità di un’anatomia mutante con le cromie spesso sgargianti degli smalti che rivestono le sue sculture, su cui aggiunge accenti metallici, grazie alla cottura a terzo fuoco. Metabolizzando le istanze culturali del Post Umano, le sue ultime sculture sono Esperimenti di estinzione volti a osservare i limiti dei processi evolutivi.
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