Michelangelo Pistoletto. Pozzo Specchio nel Tempietto di Bramante

Art installation in the Tempietto di Bramante

Foto di Pierluigi Di Pietro

Foto di Pierluigi Di Pietro


Il Bramante venne incaricato di realizzare un piccolo tempio commemorativo con l’unica funzione di ricordare il martirio di San Pietro che secondo la tradizione fu crocifisso sul colle dove oggi sorge il complesso dell’Accademia di Spagna. L’architetto scelse la struttura del tempio rotondo, simbolo di perfezione divina, circondato da 16 colonne, numero che Vitruvio indicava come perfetto. Tale edificio doveva sorgere al centro di un cortile anch’esso rotondo circondato da colonne
ma che non fu mai realizzato. Bramante riprese la tradizione dei tempietti a forma circolare detti sacelli che i Romani costruivano per ricordare i personaggi importanti, gli eroi ed infatti Pietro era considerato un eroe cristiano, in quanto primo pontefice e fondamento della Chiesa romana. La cupola del Tempietto simboleggia la Chiesa trionfante nella gloria dei cieli, il peristilio rappresenta la Chiesa contemporanea militante ed infine la cripta esprime il martirio di San Pietro. Infatti qui ci sarebbe secondo la tradizione il buco dove fu posta la croce dove fu crocifisso San Pietro. Il Rinascimento e l’Umanesimo rappresentano un momento storico molto importante per l’Italia e per il mondo: la Rinascita dopo un periodo “buio”, l’uomo come centro del mondo e dell’universo, la fede nel progresso scientifico ben rappresentata dalla “prospettiva”. A ben guardare tutti questi elementi sono presenti anche nella pratica artistica di Michelangelo Pistoletto che con i suoi quadri specchianti ribalta la prospettiva rinascimentale basata sul progresso, sull’avanzamento, sull’andare avanti. Lo specchio diventa una porta che rompe la parete includendo lo
spettatore, la dimensione reale del tempo, aprendo la prospettiva, allargando la prospettiva che diventa anche “retrospettiva”: quello che è possibile fare davanti a noi è responsabilità del passato perché ci mostra ciò che sta alle nostre spalle. C’è pertanto una doppia direzione prospettica definita anche, nella seconda metà del ‘900, post-moderna.
Importante anche il concetto di responsabilità, di centralità dell’individuo espresso
compiutamente nella cosiddetta Formula della creazione che diventa quindi espressione di un terzo stadio dell’umanità dove natura ed artificio trovano un nuovo equilibrio. Non si tratta ad ogni modo di teorie poiché con la realizzazione di Cittadellarte Pistoletto mostra il passaggio fondamentale dalla teoria alla pratica.
Nell’anno del suo 150° anniversario l’Accademia di Spagna allestisce nella Cripta del
Tempietto l’opera “Pozzo Specchio” realizzata per la prima volta nel 1966, sottolineando differenze e continuità tra il più famoso architetto umanista e il più noto artista contemporaneo italiano. L’opera fa parte di una serie di opere realizzate ed esposte da Pistoletto tra la fine del 1965 e l’inizio del 1966 nel suo studio di Torino. Questi lavori conosciuti come “Oggetti in meno” sono estremamente diversi tra di loro e vennero presentati come se rappresentassero una mostra collettiva infrangendo così il dogma per cui le opere di un artista devono essere stilisticamente riconoscibili,