Battistoni Roma

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Quando nell’ormai lontano 1946 Guglielmo Battistoni aprì la sua prima bottega di camiciaio al numero 61A di via dei Condotti, pochi lo conoscevano; la stessa collocazione dei locali, in un cortile interno, non esposti alla vista dei passanti, dava loro un tono di riserbo che rispecchiava il carattere del fondatore. Studente dell'Accademia delle Belle Arti anzitutto, camiciaio poi, con quell’attenzione al particolare che rende subito riconoscibile l’opera di ogni artista, e anche creatore di un’eleganza senza tempo.
Battistoni non vuole “fare moda” e lo afferma con sapiente, e orgogliosa, modestia: “Dichiararsi dittatori e soprattutto voler imporre canoni fissi, sia pure per una sola stagione, in qualcosa di supremamente mobile e fantasioso come la moda, è come obbligare una rondine a volare in modo fisso e costante, invece che secondo la fantasia che la induce al rabesco continuo e improvviso”. In quel “rabesco” si può forse intravedere quali motivazioni condussero una via dei Condotti, già nota per la sua centralità da secoli, a diventare, grazie a Guglielmo Battistoni, famosissima.
E si possono ripercorrere le complesse affinità che trasformano questa bottega in un salotto: un cenacolo di letterati e artisti, un club nel quale monarchi, regnanti ed ex, magnati della finanza e dell’industria, aristocratici e registi e attori di grido, con l’aggiunta dello zoccolo duro della cosiddetta “cafè society”, sono fieri di entrare.
Qui, nella “bottega” del 61, abbondano i brevetti di fornitore di superaltolocati clienti, ma a valere più di tutti sono i certificati di amicizia che Battistoni rilascia con oculata generosità. Una sorta di ordine cavalleresco privo di emblemi, decorazioni e uniformi, nei quali si è accettati secondo il merito del talento, della simpatia, di una “signorilità” che non tutti i “signori” hanno.
E non dell’eleganza?
Ma quella, si sa, c’è e vale quando non si vede, al pari della cultura, parla meglio tacendo; e un set di cravatte – come ben sapeva Alberto Moravia che delle “croate” di Battistoni fu un fedele cultore – può esprimere sentimenti ed emozioni quanto e più di un sonetto doppio e caudato.
Passione per un mestiere austeramente ed estrosamente vissuto, come si conviene a chi ha sempre seguito un proprio autonomo cammino creativo, e passione per l’arte, esposta sui muri della bottega-boutique con opere di Guttuso, Matta, Capogrossi, Mušič, Cocteau, Gentilini.
Scorre il tempo, mutano gli uomini, le loro virtù, i loro difetti. Ma al 61A di via dei Condotti gli amici continuano ad incontrarsi, a incontrare un amico, a parlare un po’ di tutto, a ricordare, se si vuole ricordare, e a prevedere, se si può.
Comunque per loro Battistoni è sempre casa.


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