Memorie Sospese - Maiorano

un viaggio tra le opere inedite di ultima produzione dell’artista

La galleria Emmeotto Arte presenta le “memorie sospese” di Maiorano, un viaggio tra le opere inedite di ultima produzione dell’artista, realizzate con varie espressioni materiche indagate, studiate e sempre rinnovate nel tempo: la fotografia, la pittura, il disegno, la scultura e l’architettura. La mostra si articola partendo dalla fotografia, dove la sovrapposizione di elementi diversi, attraverso elaborazioni digitali ed elementi pittorici con pennellate o macchie di colore, più o meno marcate, sono i protagonisti di un gioco di pieni e di vuoti in sospensione, che mette in evidenza il paradigma delle sue architetture spirituali. Maiorano dà vita a combinazioni di blocchi geometrici e linee fluenti, spazi riconoscibili all’occhio attento, ma che diventano “altro”, un luogo della mente, una memoria che unisce il noto con l’ignoto, il buio con la luce, l’incursione potente, ma sapientemente equilibrata, del colore e di nuove forme all’interno degli spazi scelti. Le sculture, altra presenza importante all’interno delle opere, si alternano ad immagini dal grande impatto visivo dove tutto sembra evaporare, e le traiettorie di luce rivelano il disorientamento dell’uomo contemporaneo che tenta di instaurare un dialogo tra luoghi, spazi e tempi in una ricerca di un equilibrio costante tra staticità e movimento, realtà esteriore e introspezione, ordine e caos, razionale e irrazionale, materia naturale e tecnologia artificiale. Le sculture, ideate e realizzate dall’artista, ritornano, per essere guardate a 360 gradi, all’interno della mostra, tra incastri lineari ed elementi naturali (come il ricorrente bonsai) e nei disegni su carta in una nuova veste progettuale di studio.

In alcune opere è presente un elemento in plexiglass, una sfera, oggetto che arriva dalla serie degli “alambicchi” degli anni Duemila e più volte riproposto e interpretato nel corso degli anni (come tanti altri materiali di recupero e riciclo), a volte, presenza di vetro soffiato nelle sculture, vuota o riempita con componenti naturali (radici di bonsai, grano, sale…ecc.) per esaltare la trasparenza della struttura e dove la luce interviene in modo naturale, altre volte, come elemento di tridimensionalità, a forma di calotta all’interno dei lavori a parete, ma sempre simbolo di leggerezza, un’impalpabile “architettura dell’animo”, un luogo-non luogo protetto dove si rifugia l’intimità dell’essere umano.

In tutto il percorso espositivo, gli spettatori hanno la percezione costante di essere sospesi anche loro, con la mente e il corpo, tra tutte le espressioni della produzione artistica di Maiorano, attraverso le memorie che lui stesso propone, nei luoghi invasi da irradiazioni di energia che avvolgono i soggetti-oggetti rappresentati e la luce inafferrabile, che tutto coinvolge in un sistema di galleggiamento, dove la forma si dissolve, pur mantenendo la sua consistenza. Gli elementi, come i pezzi di un puzzle, contribuiscono a costruire e decostruire lo spazio, in un alternarsi di sovrapposizioni-apparizioni, dove le immagini, gli interventi di colore e la tecnologia digitale, filtrati dalla soggettività dell’artista, si fondono e generano l’opera-visione che diventa memoria.

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