Romina Mosticone e Gemma Buonanno si incontrano per la prima volta nel 2013, entrambe volontarie per la casa Internazionale delle donne. Ben presto scoprono di condividere non solo le stesse battaglie ma anche la passione per la fotografia. Insieme iniziano a seguire alcuni corsi di fotografia, workshop, uscite fotografiche e a partecipare a mostre fotografiche. E' sembrato , quindi naturale partecipare insieme alla Raw, perché nonostante la loro apparente diversità, (Gemma preferisce scavare nell’animo umano, rappresentando l’Io nelle sue declinazioni, Romina ha una propensione per quello che c’è fuori, l’esterno la incuriosisce e la arricchisce) entrambe hanno la stessa visione, intimista e umanista della fotografia entrambe rappresentano la realtà, dentro e fuori l’oikos con uno sguardo onirico e contemplativo della bellezza in tutte le sue forme.
ROMINA MOSTICONE
Il luogo in cui ho passato parte del primo lockdown ha uno spazio verde esterno, giardino, un orto e, una terrazza che affaccia sul cielo di Trastevere; da qui ho scattato la gran parte di queste fotografie.
Ho necessità, a volte, di stare da sola ma fuori, nelle relazioni con gli altri e nel contatto con la realtà esterna, trovo energia, stimoli per una continua crescita e il riflesso di me stessa, una me stessa completata da tutto quello che mi circonda.
All’esterno, in quei giorni, ho trovato la bellezza che mi mancava e ho cercato di trattenerla. Scattavo sapendo che molto di quello che catturavo con la macchina fotografica presto sarebbe appassito senza essere visto da nessuno oltre che da me e altre pochissime persone e mi piaceva pensare che almeno sarebbero rimaste le mie piccole fotografie.
Dalla terrazza poi potevo osservare i gabbiani. Ad una certa ora del pomeriggio decine di gabbiani, come per un quotidiano appuntamento, tagliavano il cielo e le nuvole con le loro grandi ali e riempivano il silenzio con il loro stridio. Potevano quello che a noi era negato, muoversi liberi e interagire tra loro. Li ho osservati da una vecchia sdraio, con lo sguardo rivolto in su, sentendomi un po’ più libera anch’io.
GEMMA BUONANNO
“La solitudine vivifica, l’isolamento uccide”
Non ci sono test o tamponi in grado di riconoscere i disagi psichici che la pandemia ha prodotto o esasperato. Forse solo l’arte potrebbe riuscire a dar voce alle sofferenze psichiche vissute nell’ultimo anno. Con questo progetto fotografico vorrei tentare di raccontare non solo questo disagio, ma anche la scoperta del proprio essere con tutte le sue sfaccettature e peculiarità.
Si inizia con degli autoritratti che evocano solitudine prigionia per arrivare alla sublimazione di essa, una rinascita dentro e fuori di noi, dopotutto siamo anime in continuo mutamento.
LA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE
La Casa Internazionale delle Donne di Roma, è situata nel complesso monumentale già denominato “Buon Pastore” (fin dal ‘600 adibito a reclusorio femminile), destinato nel 1983 a – finalità sociali, con particolare riguardo alla cittadinanza femminile.
La Casa Internazionale delle Donne a Roma, a Trastevere è una struttura aperta che guarda al territorio e al mondo; un laboratorio dove si coniuga la politica di genere; un centro cittadino, nazionale e internazionale di accoglienza, d’incontro, di promozione dei diritti, della cultura, delle politiche, dei “saperi” e delle esperienze prodotte dalle e per le donne.