"Le opere sono nate da una attenta riflessione, da studio, analisi, dal mio avvicinarmi alle Sacre Scritture, tutto vero, ma la reazione, la mia, la vostra, la loro, era, forse come ogni reazione, inaspettata. Con il massimo rispetto dovuto, o per meglio dire, con il rispetto che posso permettermi, ho attinto da e ho toccato, vissuto, lavorato e creato realtà sacre, ma non dimenticatevi che tutto è scaturito da ciò che di più lontano dal misticismo, dal sacro e dal religioso possiate immaginare. Me stesso, Danilo Malatesta".
Danilo Mauro Malatesta nasce a Chicago nel 1966, cresce in giro per il mondo e all'età di 20 anni diventa fotoreporter in Africa. I suoi scatti hanno raccontato momenti storici cruciali e i suoi lavori sono stati pubblicati su importanti testate giornalistiche italiane ed internazionali. Nel diluvio digitale Malatesta procede contro corrente seguendo il suo cuore fino agli albori della fotografia. Una dimensione perduta, dove la difficoltà dell'esecuzione e dei materiali di lavoro attanaglia il fotografo in una rigorosa riflessione estetica. Così Malatesta in questi anni recenti si innamora di una antica tecnica fotografica chiamata wet plate collodion. Una fotografia ai margini che l'artista definisce "una terapia contro la violenza digitale che stiamo subendo". Tra i suoi lavori più iconici:
"La Sindone di Vetro" Museo della Sindone di Torino
"Schegge Mistiche" Galleria Petrosanti, Roma
"De Secunda Pietate" Chiesa Rettoria di Sant'Andrea al Celio, Roma
"Le Ombre Senza Voce della Omo Valley" Metropolitan Art Museum, Tokyo
"Around the Wall" Festival degli Autori di Diari di Viaggio, Ferrara
"Upside Down" Biblioteca di Papa Agapito I, Roma
"De Secunda Pietate, Upside Down, Triclinium Pauperum" MIA - Milan Image Art Fair 2021, Milano