Augmented Rome
di Priscilla Pallante
a cura di Niccolò Fano
Il progetto nasce da un disagio nel rapportarsi con la città, cercando in essa una nuova chiave di interpretazione basata sul disfacimento di un’architettura visiva radicata nell’immaginario collettivo da decenni di produzione fotografica. Ascoltare Roma è rendersi conto di essere sopraffatti da una bulimia acustica invalidante, che mette in crisi il concetto di silenzio, rendendo fortemente labile il limite tra armonia ed inquinamento acustico. Il suono diviene quindi il mezzo eletto per raccontare un luogo, attraverso immagini generate dalle vibrazioni sonore che ci circondano, volte a mettere da parte il visibile, cancellarlo e ricostruirlo in una realtà aumentata; una controfigura della nostra, semplificata nella forma ma amplificata nella percezione, nella quale l’invisibile diviene materia e rappresentazione di essa. Augmented Rome è il ritratto grottesco di una città dalle mille contraddizioni, un’ode a Roma e alla sua bellezza invadente. Una Roma aumentata, amplificata, che si svela nell’invisibile, nello spazio “vuoto” occupato dalle onde sonore.