La ricerca della vita, mostra personale di Francesco Amorosino, a cura di Noemi Pittaluga

26/10/2019, dalle 14.00 alle 19.30, max 15 visitatori a turno

Minerali, fossili, elementi vegetali e manifestazioni chimiche di fenomeni naturali sono i protagonisti del nuovo progetto forografico di Francesco Amorosino. La ricerca della vita è un viaggio nella mente di un immaginario alchimista, alter ego contemporaneamente dell'autore e dello spettatore, invitato a condividere questa nuova dimensione esistenziale. Quello che ci propone l'artista è, quindi, un percorso interattivo di immedesimazione teatrale nella mente di un personaggio di fantasia. La dimensione immersiva è rafforzata dal ritmo della struttura del lavoro che è costituito dall'alternanza di immagini fotografiche e frasi scritte su sfondo nero. Messaggi, che vengono posti come domande aperte o voci fuori campo, capaci di portare l'osservatore a ragionare sui molteplici aspetti della vita. Seppur generati come fossero lo stream of consciousness del protagonista scienziato, questi quadri scritti ricordano nella loro natura estetica il linguaggio visivo dell'artista fluxus Ben Vautier. In questo contesto però, Amorosino usa la parola come compagna di ricerca nell'indagine alchemica della pietra filosofale che qui si rivela come simbolo della felicità soggettiva. L'interesse antropologico dell'artista (già emerso in precedenti lavori) relativo a credenze popolari, religioni e riti magici si concentra sul comportamento umano che sembra spesso fortemente orientato, anche nella nostra epoca, da fattori difficilmente comprensibili con un ragionamento del tutto razionale. L'isolamento dell'oggetto, operato dallo scatto, e l'utilizzo particolare della luce contribuiscono a creare un'aura sacrale in questi particolari still life che si distaccano nettamente dal linguaggio pubblicitario, pur mantenendo nella ripresa la volontà di focalizzarsi sul materiale inquadrato, immerso in colori al limite della fosforescenza. L'operazione artistica, attuata in quest'occasione, è la creazione di una wunderkammer nella quale le immagini, che sono semplicemente esperessioni contemporanee delle antiche raccolte di naturalia e artificialia, hanno l'intento di evocare le meraviglie del mondo. Francesco Amorosino, come fece già Giovanni Stradano per lo Studiolo di Francesco I de' Medici, ci porta con sé nel suo laboratorio di alchimia tra alambicchi, vapori e ampolle, sapendo che nonostante l'approccio scientifico un futuro senza profezie non può avverarsi.

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