Bandiere - Leonardo Crudi

Leonardo ripensa in senso pittorico, fotografico e grafico il Bauhaus

Il 12 ottobre viene inaugurata a Sala 1 la personale Bandiere di Leonardo Crudi curata da Sara Esposito in collaborazione con L'Amletico, che esporrà per la prima volta il lavoro dell’artista su alcune personalità chiave del Bauhaus che hanno avuto punti di contatto con le avanguardie russe. Alla vigilia del centenario della fondazione del Bauhaus a Wiemar nel 1919, Leonardo ripensa in senso pittorico, fotografico e grafico l’importanza di tale istituzione: una serie di personalità “bandiera” dell’innovazione artistica, nata nel fervido ambiente della scuola tedesca, rivestiranno le pareti della storica galleria romana Sala 1.Anni Albers, Gertrud Arndt, Otti Berger, Max Bill, Marianne Brandt, Sonia Terk Delaunay, Walter Gropius, Johannes Itten, Vasilij Vasil'evič Kandinskij, László Moholy-Nagy, Oskar Schlemmer, sono le figure scelte da Leonardo e rappresentate sui manifesti di stoffa: un richiamo militante ai principi fondatori dell’arte e della grafica moderna. I grandi artisti del passato si frammentano in un complicato montaggio di forme astratte e geometriche dai colori piatti, a cui si alternano parti del corpo frastagliate nelle loro gradazioni cromatiche tracciate con una semplice penna Bic. Le figure così realizzate compongono una serie di curiosi danzanti le cui posizioni mimano le mosse biomeccaniche del teatro di Vsevolod Meyerhold.Leonardo Crudi fin da giovanissimo scopre il mondo dei graffiti e intraprende la sua ricerca artistica in maniera autonoma e autodidatta. È nel mondo della strada che si forma imparando a calibrare colori e costruire composizioni, in cui geometrie e lettere si modulano in inedite soluzioni grafiche. Dai primi studi sul cinema neorealista italiano, arriva ad approfondire le avanguardie russe ed i metodi di comunicazione propagandistica alle grandi masse, con particolar attenzione ai manifesti stradali. Dal 2012, si dedica alla produzione delle sue prime opere su carta, e ritrova nelle avanguardie pittoriche e fotografiche del Suprematismo, Costruttivismo, Futurismo russo e nelle personalità di Ejzenštejn, El Lissitzky, Malevič, Rodčenko e Vertov,un linguaggio capace di veicolare contenuti etici e politici.Oltre alla produzione di manifesti da affiggere sui muri della città per il centenario della Rivoluzione d’Ottobre e di film italiani d’avanguardia e sperimentazione underground degli anni ’60 e ‘70, ha esposto i suoi lavori in varie gallerie; tra queste ricordiamo le personali a Spazio Cerere (2016) e Porta Blu Gallery (2014) e la partecipazione nel 2018 all’Outdoor Festival, al MACRO di Roma.Il progetto sarà documentato in un catalogo digitale a cura della Sala 1, con testo della curatrice, Claudio Sagliocco della redazione L’Amletico e di Giovanni Argan.

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