MICAELA LATTANZIO CORPUS IMAGO
A cura di Alessia Carlino
Opening Sabato 26 Ottobre 2019
27 Ottobre 2019 – 31 Gennaio 2020
Galleria Emmeotto Via di Monte Giordano,36 Palazzo Taverna - Roma
“Dove si radica, se non nella corporeità, la dimensione estetico-ontologica della finitezza?” La questione posta dal filosofo francese Jean-Luc Nancy rivela, ad una prima analisi, l’elemento fondante del lavoro di Micaela Lattanzio: il corpo, strumento d’indagine estetica, svela la sua portata cosmica, la materia epidermica si espande per divenire corpo celeste, strumento privilegiato che investiga il cosmo. Il lavoro di Micaela Lattanzio si sviluppa in un percorso suddiviso in tre capitoli che narrano, di stanza in stanza, l’evoluzione del corpus nella sua forma e nella sua natura. Nel primo capitolo dedicato alla serie Fragmenta, l’artista costruisce attraverso lo strumento della frammentazione l’immagine di molteplici configurazioni visuali. Il corpo espande il suo raggio d’azione ondeggiando in uno spazio illimitato. Le fisionomie si disperdono dalle proprie fattezze, tessono trame di un’inedita prospettiva geografica, i tasselli d’epidermide si ricompongono nella mescolanza di pelle, ciglia, capelli, unghie in una geometria dai contorni organici e sociali. In questo spazio dai confini illimitati l’artista, deus ex machina, racconta il corpus nella sua condizione impossibile: perdere il proprio aspetto per proporsi allo sguardo come Imago, ovvero come una raffigurazione indecifrabile che si compie al di là di ogni linguaggio identitario. Nel secondo capitolo del progetto espositivo, il corpus si evolve in un giardino straordinario. Florilegio è la scelta antologica di opere esemplari, è un hortus conclusus dove i bulbi più rari e le piante più esotiche vengono raccolte e collezionate. Nella visione di Micaela Lattanzio, il florilegio rappresenta la summa estetica del corpus: la pelle diviene petalo esibendo la simultaneità del taglio (già operato in Fragmenta) e della sua ricomposizione contenuta nelle materiche fattezze edonistico-floreali. L’ultimo capitolo svela la Cosmogonia del corpus: i tratti fisionomici sono solo un celato suggerimento, la carne è divenuta materia celeste, lo spazio assume una dimensione fugace. “La visione di un corpo che oscilla in uno spazio cosmico, simile a una galassia, e si deposita in sedimenti che la propria densità 0ffre al toccare”. Nelle parole di Nancy ritroviamo il fulcro della rappresentazione: il corpus, secondo il criterio dell’artista, non è più reale, ma intimamente immerso in una interrogazione trascendente, ovvero come sia possibile venire alla luce. In questo gioco innescato dal dialogo tra visibile ed invisibile, Micaela Lattanzio decostruisce la figura, dimentica la forma, dissemina nuove configurazioni immaginifiche per accompagnarci nell’atto del guardare, che è, in ultima istanza, vedere se stessi.
NOTA DEL CURATORE Questo progetto nasce da un’intuizione, ovvero dalla smania di una ricerca che io e Micaela abbiamo iniziato ormai sette anni fa. È il frutto di messaggi, di libri letti, scambiati, di parole scritte e sottolineate, ma anche di dubbi e perplessità. La mostra è stata una congiunzione tutta al femminile, a cominciare dalla gallerista, Roberta Buldini che ha creduto sin da subito in questo lavoro, da Valentina Luzi, preziosa guida tra le nostre idee, e ovviamente dall’opera di Micaela e dalla voce che ho provato a dare alle sue percezioni.
MICAELA LATTANZIO nasce a Roma nel 1981, dove attualmente vive e lavora. Si forma all’Accademia di Belle Arti di Roma laureandosi nel 2005 con una tesi incentrata sull’antropologia del viaggio in collaborazione con l’università dell’Habana, Cuba. Tra le diverse esposizioni collettive a cui ha partecipato si segnalano: Simboli di ferro presso il Muspac dell’Aquila, Donne di Colore presentato alla Torre dei Lambardi di Magione, Confronti/ Poredenja presso la Kinoteka Jugoslavenska di Belgrado, Visioni di Gaia presso il Chiostro di San Francesco a Monsampolo, When we dream We Are All Creators presso gli Horti Sallustiani di Roma. Nel novembre 2018 l’artista ha partecipato al progetto “Every Body Talks” esposto al Mattatoio di Roma in collaborazione con l’università IULM. Nel 2014 è vincitrice del premio speciale della giuria Zingarelli intitolato “Silenziosi Racconti”. Gli interventi site-specific sono un’ulteriore dimensione espressiva dell’artista, tra i suoi progetti installativi si sottolinea la presenza al Maam, Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz, nella collezione Royal Caribbean, un intervento pubblico realizzato nella città di Poznan in Polonia e un’opera concepita per il chiostro di San Domenico a Taranto. L’artista ha esposto i suoi lavori più recenti nelle fiere di Context Art Miami, Art Lima Perù e Barcu art Fair di Bogotà in Colombia. Nell’Ottobre 2018, un’opera tratta dalla serie Fragmenta, è stata utilizzata dalla cantautrice e poetessa statunitense Mary Lambert come copertina del suo libro intitolato “Shame is an ocean I Swim Across” edito per i tipi MacMillan Publishers Ltd. Nel marzo 2019 Micaela Lattanzio ha esposto un corpus inedito di opere tratte dalla serie Fragmenta in una personale organizzata dalla Galleria Ca’ D’Oro di Chelsea, NY.