David Lynch: la pittura come sfondo per la sua regia

David Lynch: la pittura come sfondo per la sua regia

L'arte pittorica come spoiler per i suoi film

David Lynch uno dei migliori cineasti americani è da sempre venerato per la sua visione della realtà che affascina e turba in quanto molto singolare ma avvincente.

Tra i suoi film più famosi come non ricordare Eraserhead del 1977, The Elephant Man dell’’80, forse il film che l’ha lanciato nell’Olimpo e Blue Velvet del 1986.

Famosissima anche la sua serie televisiva Twin Peaks degli anni ’90 basata su un omicidio surreale.

Ma Lynch non è solo un regista, anzi, il suo esordio artistico può ricondursi all’arte pittorica, nonché alla musica e alla meditazione trascendentale. Ebbene sì, David Lynch è anche pittore dai tempi dei suoi studi alla Pennsylvania Academy of the Fine Arts di Philadelphia.

Come per i film, Lynch anche per la sua arte pittorica sembra sempre reticente nello spiegarne il significato; in un’intervista del 2012 per Purple Magazine, l’artista Alex Israel ha chiesto a Lynch se le figure nei suoi dipinti, che hanno braccia molto lunghe, esprimano anche desiderio, tensione e capacità di raggiungere e Lynch ha risposto:

Sì. È bello che tu lo dica. C’è un acquerello chiamato Man Reaching e alcune litografie come Reaching for Nothing, Reaching Out e Reaching che possono esprimere questo. In realtà non penso davvero alle cose in modo così preciso, ma le idee arrivano ed è interessante contestualizzarle in ciò che le fa sorgere. 

Nel 2012 la galleria Tilton di New York ha organizzato la sua prima mostra personale che comprendeva dipinti, disegni, fotografie e opere multimediali con testi criptici e spesso toni oscurI e violenti.

“Boy’s Night Out”, ad esempio, descrive un incontro violento tra due personaggi, uno con un coltello e i denti affilati sporchi di sangue e l’altro con un vestito blu con la scritta ricamata “casa del papà” e lo sfondo è nero con solo il titolo dell’opera scarabocchiato in bianco: sembra davvero la scena di un film di Lynch.

Jon Nguyen, Rick Barnes e Olivia Neergaard-Holm hanno voluto girare un documentario su David Lynch, intitolandolo “The Art Life”, per cercare di cogliere la pratica creativa del regista; ovviamente non si vede un intimo Lynch nel suo studio ma si cerca di fare luce sui temi delle opere d’arte o dei suoi film. 

Penso che ogni volta che fai qualcosa come un dipinto, o qualsiasi altra cosa, vai avanti solo con le idee,

dice Lynch nella voce fuori campo del film.

E a volte il passato può evocare quelle idee e colorarle, anche se sono nuove.

Rimane, dunque, ermetico Lynch e mai dirà se le sue opere contengano elementi spoiler di Twin Peaks ma una cosa è certa, qualunque mezzo scelga, Lynch rimane un maestro in tutto ciò che fa.