Dove l’acqua riposa

Giovani artisti suggeriti dai punti di vista di RAW rendono omaggio a Paolo Aita

Guendalina Urbani, Immobile atto di attesa, 2015, Installazione con tagliola, uovo, 40 x 5 cm

Guendalina Urbani, Immobile atto di attesa, 2015, Installazione con tagliola, uovo, 40 x 5 cm


Giulio Bensasson, Dario Carratta, Lorenzo Modica, Fabio Pulsinelli, Sara Santarelli, Davide Serpetti, Guendalina Urbani.

Una raccolta di immagini come fosse una raccolta di poesie. Il lirismo dell’opera rappresenta l’apertura del lavoro che non cerca una risposta. Non una soluzione, bensì una questione aperta. Il pensiero chiama una suggestione, si raccoglie attorno ad un sentimento. Liquido come lirico, come fluido nel significato. L’acqua è considerata in oriente l’elemento più forte, perché vince senza combattere, si adatta alle forme. Scorre ma lavora dall’interno. Permea di sé ogni elemento. Può entrare dove sembra impensabile e se ha tempo corrode ed erode. Come il pensiero forte, raro, pulito. Quello che non ha successo nell’immediato, non ha violenza, non si compromette. Muove con intelligenza, si modifica mano che guarda, capisce, prende la forma del contenitore da riempiere. Sente i tempi, li tollera, li avvicina. Poi, a quanto pare, a volte riposa.

I “punti di vista” di Rome Art Week, operatori del settore attivi nel mondo dell’arte che suggeriscono e votano le iniziative della settimana dell’arte di Roma, ci hanno suggerito degli artisti della scena emergente. Il titolo-suggestione è stato Dove l’acqua riposa. Il titolo è stato usato da Paolo Aita per un’esposizione collettiva nel 2014 alla Nuova Pesa. La nostra mostra si pone in continuità ed in omaggio a quel lavoro. È esplicitamente tratto da una raccolta di liriche cinesi del periodo Tang, curata sempre da Paolo Aita. La dinastia Tang (唐朝,Tángcháo) si assesta intorno al periodo 618-907. Viene considerata un’epoca di florida tolleranza, successiva all’unità della Cina. Il sapore che viene fuori dall’ascolto e dalla visione dei lavori dell’epoca è raffinato e ricercato, ricco di vigore e di realismo.

Paolo Aita ci aveva lavorato attorno. Paolo è stato un intellettuale della scena romana e nazionale. Si tratta anche di un lavoro-omaggio alla sua figura. Non nel celebrare ma nell’atto del guardare e del ricercare stesso. Persona di rara sagacia e intelligenza, Paolo era infatti attento all’arte e alle nuove proposte. Sfuggiva alla ribalta, lavorava, pensava e parlava con sorriso.

L’operazione espositiva porta artisti della nuova generazione in scena ma sottesamente vuole anche portare Paolo Aita alle nuove generazioni. Non abbiamo chiesto un lavoro su di lui, ma un lavoro, lirico, pulito, poetico. Paolo ci entra come acqua, viene portato perché non vogliamo che scompaia, viene raccontato nominandolo. Come qualcosa che aleggia, ma in realtà scorre. Perché è l’atto del guardare che genera mondi.

In collaborazione con Pensiero Meridiano
Coordinazione progetto Chiara Ingrati e Giulia Domenici
Allestimento a cura di Fabrizio Pizzuto
Si ringrazia la Comunità di Santa Maria in Campitelli in Portico per aver messo a disposizione lo Spazio Arte T24

Artisti