Vittorio Sordi - 50 per provare a fare

Ricordiamo Vittorio Sordi attraverso la mostra che non ha potuto vedere

Bocca

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Vittorio Sordi avrebbe festeggiato i cinquant’anni di carriera il 22 novembre 2020. Il destino ha deciso altrimenti, ma era già nato il suo ultimo progetto: una mostra antologica che ripercorresse la sua vicenda artistica e umana.

L’artista ha lasciato infatti precise indicazioni per la mostra a iniziare dal titolo, che ne descrive bene il carattere: 50 – anni! -  per provare a fare, una vita avendo sempre il dubbio che si potesse fare di più e di meglio e, soprattutto, con la consapevolezza che la ricerca artistica non si ferma mai.

La famiglia di Vittorio Sordi ha voluto portare l’idea a compimento, affidandola ad Artharing Roma e alla cura di Penelope Filacchione, che aveva già iniziato a lavorarci negli ultimi tempi di vita dell’artista.

Una personalità allo stesso tempo gentile, ma ferma quella di Vittorio Sordi: dietro l’ironia formale delle sue opere si trova un ideale umano mai tradito, di funzione dell’arte e del design – indissolubilmente legati -  che trovava in Maria Lai la sua principale guida e ispirazione etica, mentre il fare artigiano lo deve alla  scoperta lui folgorante della Bauhaus e del manifesti di De Stjil.

La mostra offrirà una selezione di opere che rappresentano le diverse fasi del percorso artistico, iniziato all’epoca delle ultime scintille del Minimalismo, passato per l’Arte Povera, la Pop Art con qualche richiamo al dadaismo fino alla formazione di un linguaggio e una ricerca del tutto originali che mescolavano senza remore incisione, pittura, collage, frottage e tutto quanto servisse a raggiungere un risultato mai lasciato al caso, sempre tendenzialmente astratto o in una lettura surreale della figurazione.

Il suo ultimo, importante, intervento artistico è stato un evento d’arte partecipata per il MAAM Metropoliz_Museo dell’Altro e dell’Altrove in occasione della giornata per il Mediterraneo antirazzista, dove realizzò dei grandi banner di impronte con scarpe non di rado recuperate dalla spazzatura: il pubblico era invitato a indossarle e imprimere i propri passi colorati su tre grandi banner poi installati nel museo per provare cosa significa, letteralmente, trovarsi nelle scarpe degli altri, nella loro pelle, nelle loro pene. Realizzata a Maggio del 2019 fu il punto d’arrivo di un percorso di ricerca dedicato alla Siria e ai suoi profughi esposto nella chiesa di St.Paul dentro le mura a via Nazionale, Roma.

Alla produzione artistica strettamente intesa Vittorio Sordi ha abbinato la progettazione di design: da piccoli mobili a interi arredamenti d’interno, ha sempre seguito la logica della semplicità esecutiva, ma spesso connessa con una visione surrealista degli oggetti, non di rado realizzati anche attraverso il recupero dei materiali, inteso anche come operazione etica e di rispetto dell’ambiente.

In mostra saranno presentati alcuni complementi d’arredo, disegni, progetti e modellini architettonici.

 

In occasione del vernissage sarà presentato il video “In Her Shoes” girato al MAAM il 4 maggio 2019: fotografia e montaggio Vanessa D’Orazi, musica originale Marco Massimiliani, voce Gianluca Esposito.

 

E’ in fase di studio l’archivio dell’artista in previsione di un catalogo ragionato.

 

Bio Vittorio Sordi

Nato a Zagarolo nel 1941, ha una formazione artistica “sul campo”: la sua prima presenza ad una mostra mostra risale al 1969 e da allora inizia la sua attività professionale nel mondo dell’arte,  aprendo uno studio ad Ostia con un collettivo nel 1974. Da quel momento si sono succedute numerose mostre personali e collettive, sia in gallerie sia in luoghi non convenzionali, la realizzazione della decorazione di una chiesa per la cittadina di Ostia (oggi scomparsa), ‘installazione di una scultura temporanea monumentale ad Allumiere. Ha iniziato a lavorare su tematiche con la produzione di alcune “serie” e riproduzioni serigrafiche delle stesse fin dai primi anni Duemila.

Parallelamente apre un’attività commerciale a Monteverde Vecchio che gli serve come base per l’auto progettazione e realizzazione di arredi di design, anticipando di qualche decennio l’idea del recupero dei materiali come fare etico. La sua carriera ha subito una prima brusca interruzione intorno al Duemila, per ragioni di salute: la riflessione sulla vita e sulla cura medica è diventata oggetto della sua produzione artistica successiva a questo episodio e fino alla fine della sua esistenza, sempre però con uno sguardo elegante, ironico e disincantato.

 

Artisti

Nella selezione ci sono Artisti non presenti in questa edizione o che non hanno completato la scheda, pertanto non verranno visualizzati

Curatori