ORIGINE DEL SANGUE_episodio TERZO

Dopo la tappa di Ponte Nomentano, Enea e il suo relitto continuano a viaggiare,


Dopo la tappa di Ponte Nomentano, Enea e il suo relitto continuano a viaggiare. Ora ospiti inFunzione per ArtWeek nell’Ex Lanificio Luciani, costruiscono questa sosta come una delle Peregrinazioni Virgiliane. L’opera infantilgiocosa post-apocalittica di Marco Fioramanti feconderà l’azione performativa, raccontando il fallimento delle umane imprese eppure la persistenza dell’Idea che domina sul concreto. Decomposizione su decomposizione in quanto l’opera post-apocalittica abiterà in effetti i “resti” di quello che fu il Lanificio. Ed è in questo temporaneo paesaggio post-storico che si aggira, perfettamente a suo agio nello sconforto, un corpo-fantasma di bianco vestito, tutto preso nella tensione di spossessarsi di sé e continuamente recuperarsi ad emettere suoni e verbi da far tremare il fabbricato tutto. Antonio Bilo Canella lo chiamano, ed ebbro di gratitudine si fa carico della voce dei morti, in un pre-verbale sgranulato e ridondante, colmo di linguaggi potenziali mai addivenuti all’uso. Si issa sulle atmosfere rarefatte e rumoristiche di Theo Allegretti e delle sue improvvisazioni. Tutto per straraccontare le tristi vicende di Enea Pater Patriae e del Re Pescatore ferito, che vagando per i nostri fiumi ancora spera in una qualche guarigione risanatrice, per la civiltà tutta. Ahi Terra Desolata, che Terra Desolata, così parlò il tuono, Eliot scrisse e Noi chi siamo? Chi siamo Noi, a cercar significato tra muri crollanti e apocalissi mancate, con lo spettacolo dei falsi profeti, tutti coronati di stelle, e 5 per l'esattezza. Ma sì, Bilo e Theo si innalzeranno, in quel covo di arte riemersa, a sprecar fiato e sudore, perché Che è la Vita e l'Arte se non lo Spreco, “maravilloso” Spreco... e Rivendicato, s'intende...